“Ce l’abbiamo fatta Giovà”. Il biglietto sulla tomba di Falcone dopo l’arresto di Messina Denaro
"Ce l'abbiamo fatta Giovà… dopo 30 anni": sono le parole scritte su un biglietto lasciato questa mattina sulla lapide della tomba di Giovanni Falcone, il giudice ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 a Palermo nella strage di Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Le spoglie del magistrato riposano nella chiesa di San Domenico ed è lì che qualcuno ha voluto lasciare una dedica a Falcone all'indomani della cattura di Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra che ebbe un ruolo centrale anche nelle stragi del 1992 e del 1993.
A renderlo noto è stata poche ore fa la fondazione Falcone, guidata da Maria Falcone, sorella del magistrato. La fondazione ha pubblicato una foto su Facebook con un brevissimo commento: "Chiesa di San Domenico, Palermo. Sulla lapide della tomba di Giovanni Falcone, 16 gennaio 2023".
Proprio Maria Falcone, in un'intervista rilasciata questa mattina su Repubblica, ha lodato il lavoro delle forze dell'ordine senza risparmiare una dura critica alla politica: "Questo risultato – ha detto, riferendosi all'arresto di Matteo Messina Denaro – è arrivato per merito di quasi tutte le istituzioni, dalle forze dell’ordine alla magistratura. Un po’ meno la politica, che si è mostrata meno interessata. Mi auguro che adesso la lotta alla mafia diventi centrale. Anche perché la cattura di Messina Denaro può essere un trauma per la mafia. Bisogna tenere la guardia alta. Messina Denaro era un nome soltanto. Bisogna trovare le nuove leve e non dimenticare che la criminalità non è solo Cosa Nostra: ora lo Stato deve stare attento soprattutto alla ‘ndrangheta".