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Caterina una delle mamme di Padova: “Ci siamo innamorate e abbiamo deciso di avere figli, come tutte le famiglie”

Caterina ha 36 anni, vive a Padova ed è sposata con Anna che ha dato alla luce i loro due figli, Ettore ed Adele. Ora sono in attesa della lettera dalla procura che ha deciso di impugnare gli atti di nascita di figli di due mamme.
A cura di Elia Cavarzan
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Caterina madre di Ettore e Adele
Caterina madre di Ettore e Adele

"Siamo una coppia omogenitoriale", esordisce così Caterina, residente a Padova, sposata con Anna e madre di Ettore, quattro anni e mezzo ed Adele che fra poco avrà 17 mesi.

"Come per tutte le altre famiglie ci siamo incontrate, ci siamo scelte, ci siamo innamorate e abbiamo deciso di avere dei figli", spiega Caterina a Fanpage.it, dopo la notizie della decisione da parte della Procura di Padova, di impugnare gli atti di nascita di bimbi figli di due mamme.

I momenti che la famiglia di Caterina sta trascorrendo in questi giorni sono angoscianti. "In queste ore io e Anna stiamo vivendo con l'angoscia. È proprio strano l'essere umano, vive appeso alla speranza. Oggi non abbiamo ricevuto la lettera, forse domani, nei prossimi giorni, sicuramente arriverà".

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"È assurdo pensare che se dovesse succedere qualcosa a mia moglie Anna, io non sono nessuno. I miei figli sarebbero orfani e potenzialmente adottabili. Non potrebbero stare nella loro casa, nella casa in vivono adesso. Non riesco a stare con l'idea che dovrebbero andare a dormire da un'altra parte", racconta  Caterina, nascondendo il turbinio di emozioni, paure e angosce di questi giorni.

"La cosa che mi fa più paura è il mondo in cui vivranno i nostri figli", continua. "Io e Anna ormai ci siamo fatte le spalle ma loro hanno davanti tutta una vita. Ecco perché ci scalda il cuore ricevere solidarietà e appoggio in queste ore. È fondamentale, ci da coraggio e forza per andare avanti, abbiamo bisogno della società, di voi".

Una famiglia come un'altra, sono queste le parole che Caterina ripete: "Mai avremmo pensato che a quattro anni e mezzo dalla nascita del nostro primo figlio, la procura, il prefetto o chi per loro avesse pensato di impugnare l'atto di nascita. Lo sapevamo, certo, che per legge poteva accadere. Ma che ci fosse stato il coraggio di farlo, questo no".

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