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Catania, vescovo attacca Salvini: “Abbandonare i cani è reato, abbandonare migranti è legge”

Calogero Peri, vescovo di Caltagirone: “Abbandonare i cani per strada è reato. Invece, abbandonare per strada i migranti legge”. Il cardinale di Agrigento: “Capita di commuoverci dinanzi a un animale che soffre. Ma, per esempio, poi si resta indifferenti dinanzi a uomini – migranti – che hanno la colpa di voler vivere come gli altri e per questo soffrono e muoiono a migliaia”.
A cura di Davide Falcioni
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"Capita, giustamente, di commuoverci dinanzi a un animale che soffre: è una creatura vivente che merita rispetto. Ma, per esempio, poi si resta indifferenti dinanzi a uomini – migranti – che hanno la colpa di voler vivere come gli altri e per questo soffrono e muoiono a migliaia, o dinanzi ai poveri che soccombono per la fame, o subiscono la violenza dei prepotenti o pagano il prezzo della corruzione e dell’illegalità". L'ennesimo durissimo attacco di un uomo di chiesa al clima di razzismo che sempre di più si respira in Italia è arrivato stamattina durante l’omelia dell’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, che in un passaggio ha fatto riferimento, neanche tanto velatamente, al decreto Salvini e alle politiche adottate dal governo contro gli immigrati.

Le parole di Montenegro fanno il paio con quelle, dal tono simile, del vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, anch'egli insorto contro il decreto Salvini: "In Italia specialmente prima delle vacanze estive, passa una bella pubblicità: non è civiltà abbandonare i cani per strada e chi lo fa è punito dalla legge. Invece, abbandonare per strada i migranti o, se sembra troppo forte, ‘accompagnarli’ e lasciarli per strada , è ‘sicurezza’, è legge”.

Nei giorni scorsi un'altra presa di posizione assai dura era arrivata da Genova. Don Paolo Farinella, prete di San Torpeta, è arrivato a prendere una decisione che ha dell'eclatante chiudendo la chiesa per tutto il periodo delle feste natalizie e spiegando, in una lettera ai fedeli: "Il Natale è diventato ormai un evento commerciale, tra regali e assalti ai negozi, mentre accanto ‘i poveri Cristi' muoiono di fame e freddo in mare, nei bordelli della Libia, pagati dall'Italia, che fomenta le guerre con l'immondo commercio delle armi, da cui ricava illeciti guadagni". Il cibo "si butta via, mentre sulle stesse strade ‘Gesu', il migrante dei migranti' muore di fame e di freddo".

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