Catania piegata dall’alluvione, ospedale Garibaldi distrutto dall’acqua: è stato di emergenza
La città di Catania, stamattina, si è svegliata sconvolta dopo l'alluvione di ieri. Le attività del centro storico piegate dagli allagamenti; il mercato storico della Pescheria, in piazza Pardo, completamente sottosopra; l'ospedale Garibaldi del quartiere di Nesima, inaugurato nel 2004, inaccessibile perché il fango lo ha reso inagibile; il villaggio Santa Maria Goretti, sempre il più delicato perché costruito proprio accanto al torrente Forcile, ancora una volta allagato. Un simile scenario di devastazione dovuto al maltempo non si era mai visto, neanche nel 2018 quando un evento simile aveva già messo in ginocchio le stesse zone (piana di Catania inclusa). Le vittime accertate di questa ondata di maltempo si sono, per il momento, fermate a due. L'uomo di Scordia (ma resta dispersa sua moglie) e l'uomo annegato ieri, sotto la furia dell'acqua, a Gravina di Catania.
Il governo regionale guidato da Nello Musumeci ha deliberato lo stato di emergenza e ha chiesto al governo centrale di Roma di dichiarare subito lo stato di calamità naturale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel frattempo, ha telefonato al sindaco di Catania per esprimergli la sua solidarietà e la vicinanza del popolo italiano ai catanesi. Oggi, nel capoluogo etneo, c'era il capo della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, impegnato in una ricognizione sul territorio. Il sindaco etneo Salvo Pogliese, viste le previsioni nerissime per domani e il fine settimana, ha stabilito di chiudere scuole, uffici pubblici ed esercizi commerciali non essenziali fino al 29 ottobre. I meteorologi parlano di un sensibile peggioramento della situazione, aggravato da forti venti. Ancora una volta pioverà su quello che è già distrutto.
"È stato un evento meteorico di inaudita violenza", dice a Fanpage.it Fabrizio De Nicola, direttore generale dell'azienda sanitaria Garibaldi. Il nuovo presidio del quartiere di Nesima, inaugurato nel 2004, ospita il pronto soccorso pediatrico e quello ostetrico e ginecologico. Oggi impraticabili entrambi. "Tutto quello che era nei tre piani seminterrati, quindi la radiologia, il laboratorio analisi, il punto nascita e la farmacia hanno subito danni ingentissimi – continua De Nicola – Sono sospese le attività ambulatoriali e tutti gli interventi programmati". Gli altri ospedali catanesi e il presidio del Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù saranno costretti ad assorbire anche quel carico di pazienti. Solo pochi dei ricoverati sono stati trasferiti in piani elevati.
I più in difficoltà sembrano, come sempre, gli abitanti del Villaggio Santa Maria Goretti, a poche decine di metri dall'aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa. Lì le idrovore hanno lavorato tutta la notte per rimuovere l'acqua che aveva superato il metro di altezza sulla strada. Adesso sono rimasti il fango e la paura che col nuovo maltempo la situazione si replichi. "Siamo stanchi", dicono i cittadini. E puntano il dito contro la mancata pulizia dei canali di scolo e del torrente che cinturano l'intero quartiere. "Gli interventi sono stati fatti", replica l'assessore all'Ambiente del Comune di Catania Fabio Cantarella. "I detriti sono finiti lì arrivando da monte", continua. Ma i canneti sembrano ben radicati sul posto. "Questo è un problema infrastrutturale – prosegue – Il canale di gronda deve essere finito, deve intercettare le acque meteoriche a monte". L'opera è incompiuta da decenni.