Catania “come un forno”, case interessate dalle fiamme e lido distrutto: “Soccorsi arrivati tardi”
"Sono qui, nel mio vivaio, non so nemmeno da dove cominciare". Ignazio Ragusa risponde con il fiatone. Davanti a lui ci sono cinque ettari di piante andati bruciati. "Stiamo tentando di spegnere le fiamme, ma non è facile – racconta – Una serra è bruciata del tutto, le piante sono in cenere". E non sa più quali siano le condizioni dello stabilimento balneare di cui è proprietario. Un lido vicino, Le Capannine, sempre sul lungomare della Playa di Catania, è andato distrutto. "Non abbiamo niente da dire – dicono i titolari delle Capannine – È tutto completamente devastato, per colpa dei soccorsi che sono arrivati con ore di ritardo", accusano Ma quando ha iniziato a bruciare lì? "Non lo sappiamo, siamo confusi". E la conversazione si stacca.
"Io me ne sono andato dal lido per venire qui tra le piante – aggiunge Ragusa, prima di riattaccare anche lui – Non so se sta bruciando anche il lido". E se sì lui, adesso, non può farci nulla. A Catania i danni non si contano più. Da ore, gli incendi flagellano il territorio etneo e dai comandi dei vigili del fuoco di tutta la Sicilia stanno arrivando rinforzi. Gli uomini, inclusi quelli della forestale, oggi non bastano. "La situazione è critica. Temperature altissime e forte vento, è praticamente l'effetto forno". Lo descrivono così, dalla sala operativa dei vigili del fuoco, il clima del capoluogo etneo in queste ore. Mentre l'aeroporto di Catania ha comunicato che le operazioni di voli in arrivo e in partenza sono momentaneamente sospese per permettere il sorvolo degli elicotteri dei pompieri.
Diverse zone interessate dagli incendi contemporaneamente, la colonnina di mercurio oltre i quaranta gradi, la cenere che volteggia sulla città mentre alcune aree sono avvolte da una fitta nube di fumo nerissimo. Diversi edifici sono stati evacuati tra via Fossa della creta e via Palermo, alla periferia di Catania. Circa trecento sono le persone che sono state fatte uscire dalle proprie case perché il fuoco era troppo vicino e che ancora non sono riuscite a rientrare nelle abitazioni, poiché i pompieri stanno ancora operando.
Al momento, secondo fonti delle forze dell'ordine, in provincia di Catania ci sono oltre cento richieste di interventi per incendi di vegetazione e sterpaglie. La metà in città, incluso lungo l'asse dei servizi, una delle principali strade a scorrimento veloce. Dai comandi principali della Sicilia stanno arrivando rinforzi. Almeno tre squadre in assetto antincendio boschivo. Secondo quanto appreso da Fanpage.it, le fiamme sarebbero partite dalla collina del quartiere di San Giorgio e da lì, complice il vento, si sarebbero trasferite verso contrada Fossa della creta. Lambito anche il centro direzionale del Comune di Catania nel popoloso quartiere di San Leone dove, secondo quanto riportato dalla testata I Siciliani giovani, sono stati i residenti a fornire il primo argine alle fiamme.
"È drammatico – dichiara a questa testata l'assessore alla Protezione civile del Comune di Catania Alessandro Porto – Siamo in continuo contatto con il prefetto, i vigili del fuoco, il corpo forestale e la guardia costiera. Per fortuna non è stato necessario evacuare nessuno via mare". Secondo quanto si apprende, a breve l'amministrazione comunale dovrebbe diramare una nota per invitare i cittadini a tenersi lontani dalle spiagge per evitare il rischio di intossicazioni. Anche alla zona industriale la situazione desta preoccupazioni.
Nel frattempo, il governatore Nello Musumeci in una nota diffusa alla stampa, a proposito dei roghi divampati in tutta la Sicilia dichiara che la "situazione è resa ancora più tragica dalla rinnovata azione dei piromani che, come accertato dalle indagini degli inquirenti, appiccano scientificamente il fuoco in più punti causando danni irreversibili". "Sono vicino – aggiunge Musumeci – alle tantissime persone che, ancora oggi, sono state costrette ad abbandonare le loro case perché minacciate dal fuoco".