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Covid 19

Catania, Carmelo guarisce e torna a casa, ma i tamponi tardano. La figlia: “Asp troppo lenta”

Carmelo Sirna, Ispettore della Polizia municipale di Caltagirone, nel catanese, ritorna a casa dopo un mese di ricovero in ospedale. Ad attenderlo la moglie, la figlia e la nonna, anche loro positive al Coronavirus. “Aiutate l’Asp di Catania – ha detto a Fanpage la figlia Diletta – la macchina burocratica per chiedere un tampone, per eseguirlo e poi per avere il successivo esito è troppo lenta e a mio avviso anche disorganizzata”.
A cura di Francesco Bunetto
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Sono immagini che riempiono il cuore, soprattutto in questi momenti difficili che mettono a dura prova il coraggio e la forza delle persone. Carmelo ritorna a casa dopo un mese di ricovero. Ad attenderlo con applausi, nel balcone del condominio, i vicini e la sua famiglia. Ma dietro a questa grande gioia c'è anche amarezza. A raccontarla è Diletta Sirna, 29enne giornalista siciliana di Caltagirone, figlia di Carmelo, Ispettore della Polizia municipale locale, risultato positivo e ricoverato in ospedale il 23 marzo dopo una serie di sintomi legati al Covid-19. "L'Asp di Catania – ha detto Diletta – mi manda l'addetto a fare i tamponi venti giorni dopo la mia richiesta e venti giorni dopo il ricovero di mio padre. Non è possibile aspettare tutto questo tempo. L'esito è arrivato pochi giorni fa. A casa mia tutti positivi".

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Un mese di ricovero in ospedale. "Giorni bruttissimi"

È stato un mese ricoverato all'ospedale Gravina di Caltagiorne, centro regionale Covid 19 indicato dall’Asp di Catania, l'ispettore della Polizia municipale locale Carmelo Sirna. Un mese di angoscia, preoccupazione e apprensione per lui e la sua famiglia. Ma la gioia più grande è aver visto le immagini del filmato, quando Carmelo appena dimesso dall'ospedale, rientra a casa con l'applauso dei suoi vicini e della sua famiglia."Sono stato un mese all'ospedale per il virus – ha raccontato a fanpage Carmelo Sirna – i primi giorni sono stati bruttissimi, un paura tremenda, però ora sto bene, sono a casa e sono felice e contento. Conclude – "Ho vinto io, non ha vinto il virus".

Venti giorni dopo la richiesta arriva il tampone."Troppo tardi"

"L'Asp manda i sanitari a fare i tamponi 20 giorni dopo la richiesta e 20 giorni dopo il ricovero di mio padre. Questo mi sembra inammissibile. Siamo risultate, sia io, mia nonna che mia madre, positive al Covid". A raccontare questa esperienza è Diletta, figlia di Carmelo, anche lei, insieme alla madre e alla nonna, positiva al Coronavirus. "Il mio primo contatto con il Coronavirus – ha raccontato Diletta – inizia il 12 marzo. Mio padre inizia a stare male, febbre molto alta, tosse, affanno e decidiamo di attivare i protocolli per il Covid. "Mio padre – continua Diletta – viene ricoverato il 23 marzo all'ospedale Gravina di Caltagirone e dopo due giorni scopriamo che il suo test è positivo al Covid. Il 16 marzo, mio padre era ancora in casa, sono stata anche io male ho avuto la febbre, tosse e facevo fatica a respirare. Continua – "Subito chiedo all'Asp di Catania di fare il tampone sia a me, che a mia madre e a mia nonna, che abita qui con noi. Il risultato è arrivato solo qualche giorno fa. Siamo tutte positive".

Asp di Catania troppo lenta. "Aiutatela"

L'appello di Diletta è rivolto alla Regione per cercare di snellire i tempi di richiesta ed esito dei tamponi in Sicilia, in particolare in provincia di Catania. "Chiedo a chi di dovere – dice Diletta – di monitorare la situazione in Sicilia, per quanto riguarda i tamponi e soprattutto nella provincia di Catania. Aiutate l'Asp di Catania – continua -perché ha bisogno di una mano e perché evidentemente la macchina burocratica per chiedere un tampone, per eseguirlo e poi per avere il successivo esito è troppo lenta e a mio avviso anche disorganizzata. Conclude Diletta –"Non è possibile aspettare tutto questo tempo per fare un tampone e tutto questo tempo per riceverne l'esito perché qui ci sono in gioco le vite umane".

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