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Catania, bimbo morto azzannato dai cani, madre: “Ce l’avevo in braccio”

La donna è stata sentita in una caserma dei carabinieri, che le hanno notificato l’avviso di garanzia che ipotizza il reato di omicidio colposo. L’iscrizione nel registro degli indagati è legata alla necessità di accertare o escludere eventuali comportamenti negligenti da parte della donna.
A cura di C. T.
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Si trova ancora sotto choc e non ha risposto alle domande del pubblico ministero la madre del bambino di un anno e mezzo che ieri è stato azzannato e ucciso dai due cani di famiglia nel giardino della sua casa di Mascalucia, in provincia di Catania. La donna, che ha trentaquattro anni, è stata sentita in una caserma dei carabinieri, che le hanno notificato l'avviso di garanzia che ipotizza il reato di omicidio colposo. Un "atto dovuto" necessario per procedere all'autopsia, ha dichiarato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che l'ha emesso. L'iscrizione nel registro degli indagati è legata alla necessità di accertare o escludere eventuali comportamenti negligenti da parte della donna.

Secondo le prime indagini, il bambino stava giocando in giardino da solo, quando è stato aggredito dai cani di famiglia, due dogo argentini di tre e otto anni, mentre la madre era in casa. Sono state le urla della vicina di casa ad attirale l'attenzione della donna, che a quel punto è intervenuta per cercare di salvare il figlio.

Diversa la versione della madre, secondo quanto riferito dal suo legale d'ufficio: "Avevo il bambino in mano quando uno dei cani, l'unico libero in giardino, all'improvviso, senza motivo apparente, ha aggredito il piccolo cercando di portarmelo via. L'ho difeso, ho combattuto, ma mi ha trascinata sul giardino. Poi sono riuscita a chiudere il cane e sono fuggita fuori casa urlando, chiedendo aiuto con mio figlio tra le braccia, ma è stato tutto inutile". Nel tentativo di strapparlo agli animali, si è anche ferita a un braccio. Ha chiuso i cani in casa ed è corsa fuori a chiedere aiuto. Il bambino ha riportato lesioni profonde al volto, alla gola e all'addome, che hanno reso praticamente inutile l'intervento dei soccorsi. La donna è stata curata all'ospedale Cannizzaro di Catania e poi dimessa.

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Il padre del bambino, che in quel momento non era in casa, conferma la versione della moglie. "Ha fatto il possibile, non ha mai lasciato solo nostro figlio. Lo ha difeso dall'attacco improvviso di uno dei due cani, che ha trascinato per terra anche lei, lasciandole delle ferite da trascinamento sul corpo. Non ha alcuna colpa. È distrutta e piange, non riesce a dire altro, ma non sopporta di passare per una madre disattenta", ha dichiarato, sostenendo che la vicina di casa abbia urlato "dopo avere visto mia moglie con il figlio in braccio, e non prima. Noi siamo certi di questo: lei non ha lasciato mai per un secondo nostro figlio". Circa il motivo dell'attacco del cane l'uomo non riesce a fornire una spiegazione. Si trattava di animali che "erano da tempo con noi, uno era chiuso nel recinto, non hanno mai dato segnali di aggressività".

"Abbiamo provato di tutto ma non c’è stato nulla da fare. È stata un’esperienza dolorosissima", ha spiegato Carmelo Zuccarello, comandante dei vigili urbani di Mascalucia. "Appena abbiamo ricevuto la segnalazione – ha aggiunto – siamo corsi subito sul posto, dove già c’erano i soccorsi. Si è cercato di fare il possibile per salvarlo, tanto che si era pensato di utilizzare l’elisoccorso. Ma tutto è stato inutile". Il piccolo, infatti, è morto durante il tragitto, e l'elicottero non è mai partito: "Abbiamo fatto in fretta per raggiungere il campo di Massannunziata, poco distante da qui. Quando siamo arrivati lì, però, il bambino era già privo di vita".

I due cani, che erano regolarmente denunciati all'anagrafe canina e dotati di microchip, sono stati catturati e affidati all'Asp di Catania. Si trovano adesso in un canile privato convenzionato con il comune. "Resteranno lì 10 giorni per un controllo. Bisogna fare delle verifiche per stabilire se hanno la rabbia e possono trasmetterla. Essendo sotto sequestro giudiziario il loro futuro sarà stabilito dal magistrato", ha spiegato Carmelo Macrì, direttore del servizio veterinario dell'Asp di Catania, secondo cui ci sono tre ipotesi circa la sorte degli animali: "La prima è l'abbattimento; la seconda quella di essere affidati a un centro di riabilitazione, già abbiamo avuto diverse richieste da parte di associazioni animaliste per avere affidati i cani per il recupero. Per l'ultimo potrebbe essere deciso di mantenerli in vita in un centro. Tutto questo dipenderà da come reagiranno gli animali".

A ventiquattro ore dalla tragedia, invece, il Codacons ha posto la questione di un "patentino" per i cani particolarmente aggressivi. "Sono assolutamente indifferenti le dinamiche che hanno causato l'aggressione, perché è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolosi per l'uomo", ha detto il segretario nazionale dell'associazione dei consumatori Francesco Tanasi. "Da anni – ha aggiunto – chiediamo un patentino obbligatorio per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. Il morso di un volpino non causa certo le stesse ferite del morso di un rottweiler o di un dogo argentino. L'aver eliminato la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotte dall'ex ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza".

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