Catania, 17 migranti morti in mare: ergastolo a scafista
Il gup di Catania ha condannato all'ergastolo Haj Hammouda Radouan e a 10 anni di carcere Hamid Bouchab, entrambi accusati di naufragio e omicidio. Secondo il giudice, ai due 24 enni andrebbe attribuita la responsabilità della strage avvenuta il 12 maggio del 2014, quando i corpi di 17 migranti furono recuperati a una quarantina di miglia dalla costa libica. Secondo il procuratore distrettuale Giovanni Salvi e il sostituto Monia Di Marco, avrebbero causato “deliberatamente un'avaria” al barcone con oltre duecento persone a bordo per essere così soccorsi, ma la carretta del mare si rovesciò facendo cadere i migranti in acqua. “Non sono uno scafista, mi hanno obbligato gli organizzatori del viaggio a pilotare il natante: io avevo pagato per partire ma mi hanno puntato la pistola contro e mi hanno minacciato di morte” si era difeso il tunisino Haj Hammouda Radouan, ritenuto il ‘comandante’ del peschereccio.
Il giudice ha accolto le richieste della Procura. "Si tratta di una sentenza di grande importanza – sottolineano i pm – che premia la determinazione dell'ufficio del pubblico ministero nel punire coloro che mettono deliberatamente in pericolo la vita dei migranti" e che essa "giunge ad appena un anno dai fatti, dopo indagini complesse sul piano tecnico e della qualificazione giuridica dei fatti". La Procura ricorda infine come "col fermo degli imputati si affermò per la prima volta la sussistenza della giurisdizione italiana anche per i fatti di naufragio e di omicidio commessi in alto mare, in acque internazionali".