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Cassazione: valgono le multe scattate con autovelox anche senza foto

Roma. La Corte di Cassazione da ragione al Comune di Massa contro il ricorso di un cittadino multato. L’automobilista contestava la legittimità della sanzione sprovvista di foto. Ma il giudice di Roma ha stabilito che la multa è sempre valida quando notificata da un pubblico ufficiale la cui buona fede è sempre presunta. Le associazioni di consumatori parlano di precedente pericoloso. La Polizia chiede comprensione e ricorda che le multe non servono a far cassa ma innanzitutto a tutelare la sicurezza degli utenti della strada.
A cura di Gianfranco Stabile
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Attivitˆ operativa della Polizia Municipale

Brutte notizie per gli automobilisti dal piede pesante. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha infatti condannato un guidatore di Massa a pagare comunque la multa anche se avvenuta con un autovelox che non scatta le foto.

Si tratta di un passaggio per certi versi epocale, fortemente contestato dalle associazioni di consumatori. Il giudice di Cassazione ha dato ragione al Comune di Massa facendo leva sul fatto che a riscontrare l'infrazione c'era un pubblico ufficiale la cui buona fede è sempre presunta. A poco è servito al guidatore aggiudicarsi i primi due round della disputa davanti al giudice di pace ed in tribunale. Al danno la beffa: l'uomo dovrà ora pagare la multa, le more e le spese processuali.

“ Viene meno la prova della colpevolezza negando così di fatto lo strumento principale tramite cui l'automobilista poteva difendersi ”
Altroconsumo
Per le associazioni di consumatori siamo difronte ad un precedente pericoloso. Si apre la strada a tutte quelle contravvenzioni nate con l'utilizzo degli autovelox più vecchi in dotazione della Polizia stradale che non sono in grado di scattare foto e che, per questo motivo, i consumatori chiedono siano mandati in pensione. La paura è quella di non potersi difendere da errori per niente rari, spesso madornali. “Viene meno la prova della colpevolezza” affermano da Altroconsumo “negando così di fatto lo strumento principale tramite cui l'automobilista poteva difendersi”.

Sullo sfondo l'incubo ricorrente è quello delle numerose contravvenzioni elevate con apparecchiature modificate con frode ed utilizzate in diversi comuni d'Italia per fare cassa. Una della maggiori, l'operazione “Devius” della Guardia di Finanza, aveva portato nel luglio del 2009 al sequestro di 50 apparecchi istallati da una società lombarda in tutta Italia. I verbali nel biennio 2007-2009 erano stati 81mila 555 per oltre 11milioni e 300mila euro di valore. Una minima parte dei 4 miliardi di euro annui derivanti dalle multe.

Ritornando alla sentenza di Cassazione che condanna l'automobilista di Massa a pagare, la Polizia Stradale, che controlla circa 4mila chilometri di strade a scorrimento veloce, rivendica la propria buona fede e l'agire nell'interesse degli utenti della strada. "Non c'è una volontà di non dare le immagini, è solo che alcuni vecchi apparecchi laser non facevano fotografie, ma sul display appariva la velocità contestata. Noi cerchiamo di avere sempre mezzi tecnici che diano foto e velocità da mostrare al guidatore. A noi non interessa incassare, ma agire come deterrente, convincere l'automobilista che sbaglia e far cambiare i comportamenti pericolosi"

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