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Cassazione, storica sentenza: il SSN deve coprire le rette delle RSA per i malati di Alzheimer

Storica decisione della Suprema Corte: accolto il ricorso di un cittadino milanese contro il pagamento delle rette di ricovero.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di Marco Gaito, cittadino milanese che dal 2016 si batteva per fare sì che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) coprisse integralmente le spese di ricovero della madre, affetta da Alzheimer, in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA). La sentenza annulla il precedente verdetto della Corte d’Appello del capoluogo lombardo, che aveva imposto al ricorrente di contribuire economicamente ai costi della struttura.

Ad annunciare la svolta è l’avvocato Giovanni Franchi, legale di Gaito, che sottolinea la portata della decisione: "Una sentenza di fondamentale importanza per oltre un milione di malati di Alzheimer in Italia e per i tre milioni di persone che ogni giorno si prendono cura di loro".

La battaglia legale e la svolta in Cassazione

La vicenda ha avuto inizio nel 2018, quando Gaito si oppose a un decreto ingiuntivo che gli intimava di versare oltre 22mila euro alla cooperativa PRO.GES per il ricovero della madre nella RSA "Casa per Coniugi" di Milano. Il Tribunale di Milano e la Corte d’Appello avevano respinto la sua opposizione, obbligandolo a coprire il 50% delle rette, oltre alle spese processuali.

Assistito dall’avvocato Franchi, Gaitopresentò ricorso in Cassazione, che ora gli ha dato ragione. La Suprema Corte ha stabilito che i costi di ricovero per i malati di Alzheimer devono essere totalmente a carico del SSN, poiché le prestazioni assistenziali sono inscindibilmente connesse a quelle sanitarie.

"Le cure sanitarie devono prevalere su quelle assistenziali", spiega il legale, citando la giurisprudenza consolidata e il principio sancito dalla legge n. 730 del 1983. I giudici d’Appello avevano invece valutato l’assistenza ricevuta dalla madre di Gaito come prevalentemente socio-assistenziale, imponendogli parte delle spese.

Verso un nuovo esame e una normativa più chiara

La sentenza della Cassazione ha imposto ora alla Corte d’Appello di Milano di riesaminare il caso alla luce del nuovo orientamento. Per l’avvocato Franchi, la sentenza rafforza un principio ormai consolidato: quando un paziente necessita di cure sanitarie connesse alla sua patologia, non deve essere chiamato a pagare le rette di ricovero in RSA, né lui né i suoi familiari.

Tuttavia, il legale sottolinea la necessità di una legge chiara sul tema: "È inaccettabile che i cittadini siano costretti a lunghe e costose battaglie legali per ottenere un diritto riconosciuto dalla giurisprudenza. Serve un intervento normativo che metta fine a questa incertezza".

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