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Cassazione: il boss Provenzano deve restare in carcere

Niente sospensione della pena per il boss di Cosa Nostra affetto da patologie neurologiche nel carcere di Parma, Lo ha deciso la Suprema Corte che ha respinto il ricorso dei legali di Provenzano.
A cura di B. C.
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Non ci sarà nessuna sospensione di pena per Bernardo Provenzano. Lo ha deciso la Prima sezione penale della Cassazione, rigettando il ricorso presentato dai legali del boss mafioso che, vanamente, avevano provato a sostenere che le condizioni di salute di Provenzano, affetto da patologie neurologiche, non erano compatibili con il carcere. I legali avevano impugnato l'ordinanza con cui il Tribunale di sorveglianza di Bologna aveva respinto, nello scorso agosto, l'istanza di differimento della pena "per grave infermità". Anche la Procura generale della Suprema Corte, aveva sollecitato il rigetto del ricorso. Le motivazioni saranno depositate entro un mese.

Per le cattive condizioni di salute di Provenzano – condannato a 20 ergastoli, 33 anni e sei mesi di isolamento diurno, 49 anni e un mese di reclusione e 13mila euro di multa – le Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze si erano opposte alla proroga del 41bis  da parte del Guardasigilli Andrea Orlando che invece era stata approvata dalla Direzione nazionale antimafia che ritiene il Boss ancora in grado di dare ordini a Cosa Nostra. Provenzano nel corso della sua detenzione è già stato ricoverato in ospedale più volta, anche  in coma, e, secondo quanto riferito dai suoi familiari, è nutrito attraverso un sondino nasogastrico.

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