Casolare confiscato, il figlio (latitante) del boss Badalamenti lo rivuole e indagano il sindaco
Indagato per non aver restituito alla famiglia Badalamenti un bene confiscato al vecchio boss di Cinisi, don Tano. Così, qualche giorno fa, è finito in caserma sotto interrogatorio per ore il sindaco della città dei “100 passi”, Giangiacomo Palazzolo.
La vicenda risale alla scorsa estate quando, Leonardo Badalamenti, figlio di Gaetano Badalamenti – il boss di Cinisi che ordinò l’uccisione del giornalista e politico Peppino Impastato – era stato sorpreso a cambiare le serrature di un casolare in contrada Uliveto. Un casolare precedentemente confiscato al padre e affidato dall’Agenzia dei beni confiscati alla mafia al comune di Cinisi che, nel frattempo, lo aveva anche ristrutturato e messo a nuovo grazie ad un finanziamento europeo di 400 mila euro.
Ci fu un forte scontro tra il primo cittadino di Cinisi, che non vuole restituire quel casolare, e Badalamenti jr che fu letteralmente cacciato da quella proprietà. Leonardo Badalamenti aveva pure denunciato il primo cittadino. Ma qualche giorni dopo, però, fu arrestato dalla Dia perché era ricercato da tre anni, da quando il Brasile aveva spiccato un mandato di cattura internazionale. Insomma, Badalamenti jr, da latitante, aveva denunciato il primo cittadino di Cinisi.
Adesso, il sindaco Palazzolo è finito iscritto nel registro degli indagati.
La Corte d’assise d’appello, in realtà, avrebbe disposto la restituzione del bene di proprietà della famiglia Badalamenti, erroneamente finito in un decreto di confisca. Ma il sindaco di Cinisi ha sempre difeso la scelta di non restituire quel casolare: “Non mi è mai stato notificato nulla – commenta Palazzolo – E comunque quel bene, i Badalamenti, non lo riavranno mai. Anche se questa sentenza, di cui non sono a conoscenza, dovesse diventare definitiva”.