Caso Yara, “la prova regina inquinata”: Così Bossetti punta allo sconto di pena in Cassazione
Potrebbe esserci una svolta nel caso dell'omicidio di Yara Gambirasio. Stando a quanto rivelato nell'ultima puntata di Quarto Grado, su Rete 4, la prova "regina" per cui Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo in appello potrebbe essere stata contaminata. Su queste basi, l’ex muratore di Mapello, condannato all’ergastolo per il caso della scomparsa e dell’omicidio della 13enne di Brembate di Sopra, attende dunque con ansia la pronuncia della Cassazione sul ricorso avanzato dai suoi legali, atteso per il prossimo 12 ottobre. "Massimo ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un’attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita …e i figli". Così l'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, in studio a Quarto Grado.
Nel dettaglio, gli avvocato hanno sollevato dubbi sul modus operandi degli inquirenti nel corso del primo sopralluogo sul cadavere di Yara, a Chignolo: gli avvocati sostengono che la traccia genetica repertata sugli slip della giovanissima potrebbe essere stata contaminata. Si tratta della traccia 31G20 che portò all'arresto di Bossetti. Durante la trasmissione è stato fatto vedere un filmato che immortala quei momenti (era la sera del 26 febbraio 2011, quando fu trovato il corpo della 13enne nel campo nel Bergamasco): gli uomini della Scientifica in tuta e calzari sono impegnati a repertare la zona, alcuni di loro però si non indossano i calzari, altri prendono un lembo di slip della vittima in cui è stato rinvenuto il Dna dell’uomo senza le pinzette, uno addirittura pare non indossare i guanti. Dunque, secondo la difesa, non sarebbero state seguite le consuete procedure internazionali: in altre parole, il lavoro di repertazione sarebbe stato inquinato e quindi compromesso. Su questi aspetti, Bossetti punterebbe almeno ad uno sconto della pena.