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Caso Veronesi, l’ex segretaria di Bersani verso il processo

Avviso di fine indagine per Zoia Veronesi, da oltre 20 anni braccio destro dell’ex segretario del Pd. E’ indagata per truffa aggravata alla Regione Emilia Romagna per l’incarico ottenutonel maggio 2008. Indagato con lei anche Bruno Solaroli, ex capo di gabinetto di Errani, già sindaco di Imola.
A cura di B. C.
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La Procura di Bologna ha inviato l'avviso di fine indagine a Zoia Veronesi, storica segretaria dell'ex leader del Pd, Pierlugi Bersani, indagata per concorso e continuazione in truffa aggravata per l’incarico ottenuto dalla Regione Emilia Romagna alla fine del maggio 2008. L’indagine sul "braccio destro" di Bersani aveva preso il via da un esposto presentato dal deputato Fli Enzo Raisi nel marzo 2010. La truffa si sarebbe concretizzata nel non aver svolto l’attività a cui la donna era stata chiamata. L’ammontare del raggiro, secondo l'accusa, sarebbe stato di 140 mila euro lordi, relativi alla busta paga, più i rimborsi percepiti nel periodo che va dal primo giugno 2008 al 28 marzo 2010, periodo in cui avrebbe lavorato per Bersani a Roma. La Veronesi poi dimise dalla Regione e venne assunta dal Partito Democratico. Con lei c’è un altro indagato, Bruno Solaroli, ex capo di gabinetto di Errani, già parlamentare e sindaco di Imola.

A far luce sul presunto illecito fu nel marzo 2010 un esposto dell’ex deputato Enzo Raisi. Fu lui a firmare l'esposto dell’avvocato Michele Facci (collega di partito di Raisi e capogruppo Pdl in Comune a Bologna). Secondo questo ultimo la presenza di un avviso di fine indagine significa “che la Procura ha ritenuto che gli elementi da noi portati all’attenzione fossero quanto meno pertinenti. Poi la presunzione d’innocenza vale fino al terzo grado di giudizio”. Di diverso avviso è legale di Zoia Veronesi, l'avvocato Paolo Trombetti: "Dagli atti depositati non risulta alcun elemento di fondatezza delle accuse rivolte alla signora Veronesi, che respingiamo fermamente", è il commento a caldo dell'avviso di fine indagine per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna notificato alla sua assistita. Veronesi, ha proseguito il legale parlando con l'ANSA, "ha sempre svolto in modo corretto le funzioni assegnatele dalla Regione nella sua attività di raccordo con le istituzioni parlamentari. Non ha mai posto in essere alcunché di illecito e siamo certi che la vicenda si concluderà con il pieno riconoscimento della'infondatezza dell'accusa".

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