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La morte di Luca Ventre in Uruguay

Caso Ventre, l’ambasciatore italiano a Fanpage.it: “Non posso escludere sia morto in ambasciata”

Intervista esclusiva all’ambasciatore italiano in Uruguay, Giovanni Battista Iannuzzi sulla fine del 35enne italiano, morto dopo essere stato tenuto a terra, per il collo, per 14 minuti, da un poliziotto uruguaiano nella nostra ambasciata: “Normale per noi avvalersi di agenti locali”, dice il diplomatico, che aggiunge: “Se il comportamento della vittima non fosse stato così anomalo, probabilmente sarebbe andata in maniera diversa”
A cura di Stela Xhunga
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Giovanni Battista Iannuzzi è ambasciatore italiano in Uruguay da circa un anno. Fanpage.it l'ha contattato il 22 gennaio per fargli alcune domande sul caso di Luca Ventre, cittadino italiano di 35 anni, morto dopo essere stato fermato all'interno dell’ambasciata italiana di Montevideo da un poliziotto uruguaiano che lo ha immobilizzato a terra tenendolo per il collo con una tecnica chiamata ‘chiave di judo'.

Ambasciatore Iannuzzi, perché a presidiare la nostra ambasciata c’era un poliziotto uruguaiano?
"Questo non è un territorio italiano, se un bambino nasce qui non è italiano, è un territorio che gode di privilegi e immunità. Qui c’è la sicurezza messa a disposizione da una società con cui abbiamo un contratto di guardia e vigilanza e poi, vista la situazione in questo Paese, le autorità uruguaiane hanno messo a disposizione due dei loro poliziotti che seguono le nostre direttive, ma rispondono al Ministero dell'Interno uruguaiano".

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Perché, secondo lei, Luca Ventre ha scavalcato il muretto per entrare in ambasciata?
"Non ne ho nessuna idea: tra i 130mila italiani che vivono qua non ci era precedentemente noto né ci aveva scritto o contattato e soprattutto non aveva utilizzato il cellulare per le emergenze".

La vittima ha suonato il campanello prima di scavalcare il muretto? Perché non gli è stato aperto?
"Il nostro compound si trova nello spicchio di un isolato e al suo interno ci sono gli uffici e la mia abitazione. L’intero compound ha due affacci e Luca è venuto sull’affaccio dove, se vogliamo essere chiari, c’è la mia abitazione. All’ingresso c'è un campanello dove c'è anche scritto che per l'assistenza al pubblico bisogna rivolgersi all’altro affaccio. Lui ha suonato alle sette del mattino del primo gennaio e che non ci fosse nessuno in quel momento in una casa privata non è una grande sorpresa, credo".

Mi conferma che alla famiglia è stato riferito da organi interni vostri che Luca è uscito da lì a peso morto?
"Lo confermo".

Dei video consegnati alla famiglia mancano alcune parti.
"Noi abbiamo consegnato tutto alla magistratura italiana e alla magistratura uruguaiana".

Il problema è che nei filmati consegnati gli orari non coincidono.
"C'è uno scarto che la polizia scientifica credo sia riuscita a far coincidere risalendo alla proprietà del file video".

Dunque la proprietà del file video l'ha già consegnata alle autorità italiane?
"No, è chiusa in cassaforte".

E alla Magistratura uruguaiana?
"Assolutamente no, io rispondo alla Magistratura italiana, prima devo dare tutto a loro".

Quindi quello che avete consegnato non è il video originale, quello "nativo" diciamo, giusto?
"Come le ho detto è tutto in cassaforte, io rispondo ai magistrati italiani, è a loro che devo consegnare".

Dai video si vede la guardia comporre tre chiamate e riceverne una. Ha chiamato lei?
"No, ha chiamato la pattuglia della polizia".

In tutte e tre le chiamate?
"Sì, mi risulta così".

Fornirete i tabulati delle telefonate fatte e ricevute dalla guardia la mattina dell'1 gennaio 2021?
"Se saranno rilevanti ai fini delle indagini sì, le forniremo ai magistrati".

Ai magistrati italiani o uruguaiani?
"Anche tutti e due".

Perché non avete contattato la famiglia Ventre per informarla dell'accaduto? Erano persone conosciute al personale dell'ambasciata: i Ventre facevano parte anche della locale camera di commercio.
"Guardi, stiamo approfondendo molto, il padre non è mai stato registrato tra i residenti in Uruguay. Io sono qui da un anno, i miei collaboratori non lo conoscevano. La madre però, che è stata qui fino a 3-4 anni fa, ha lavorato per la Camera di Commercio. Luca ci risulta che sia arrivato qui soltanto nel 2012. Io sono ambasciatore qui da un anno e nessuno dice di conoscerli. Quanto all'informarli, poiché ci è stato detto che Luca era uscito vivo dall'ambasciata, e che era morto solo dopo in ospedale, abbiamo creduto che non ci fosse necessità immediata di informazione da parte nostra e che l'operazione della informativa  spettasse alle altre autorità che in quel momento erano più coinvolte".

La prima telefonata quando l'avete fatta alla famiglia?
"Non so, dovrei contattare il console, so che lui li ha chiamati".

Che idea si è fatto dell'accaduto?
"La mia idea è irrilevante. Il poliziotto ha sbagliato, ma se il comportamento di Luca non fosse stato così anomalo forse le cose sarebbero andate diversamente. Se si fosse fermato all'ingresso e avesse incominciato a spiegare quello che voleva probabilmente sarebbe stato possibile dargli aiuto, ma una persona che entra scavalcando e attraversa il compound in quel modo, non sappiamo  se è armato…

Alle 7 di mattina in Uruguay è pieno giorno, Luca era visibilmente disarmato, in jeans e maglietta, con atteggiamento pacifico.
"Insomma, mi permetta, non mi pare un atteggiamento pacifico tentare di uscire scavalcando".

Se il problema era lo scavalcamento in uscita, perché non fermarlo all'ingresso, ma farlo dopo, quando invece tenta di andarsene scavalcando?

"Io mi metto un po' nei panni di quelli che sono qui e sono interventi alla seconda reazione. Se lui cercava sicurezza in ambasciata perché poi ha deciso che l'ambasciata non era sicura e che doveva scavalcare e andare via in quel modo?".

Quella di Luca però non sembra una reazione violenta. 

"No, è stata una fuga".

Ma la fuga non è violenta. 

"Devo considerare una cosa, che se io per modo di dire entro in casa e mi rendo conto che furtivamente si è introdotto qualcuno e che questo qualcuno si spaventa e vuole scappare, mi consentirà di dire che devo cercare di fermarlo? Posso avere ecceduto con la forza, ma a quel punto devo verificare che non abbia compiuto qualcosa di anomalo".

Lei sa perché il poliziotto ha dato la pistola alla guardia?
"Temeva che Luca potesse sfilargliela dalla fondina".

Ma se era tanto freddo da considerare questa evenienza, perché non ammanettarlo per placcarlo anziché premergli sul collo?
"Non aveva le manette in dotazione".

Nei video ci sono frame in cui si vedono le manette appese alla sua cintura.
"Vorrà dire che lo riguarderò meglio".

Ambasciatore, ma le sembra normale tenere una persona all'apparenza pacifica a terra per quasi un quarto d'ora in una mossa "a strangolo" di arti marziali?
"Sono perfettamente d'accordo che quel blocco per il collo si è prolungato negli ultimi 3, 4, 5, 10 minuti, sono convinto che a un certo punto si poteva alleggerire la presa. Però mi permetta di aggiungere che per noi è stato un grande sollievo che Luca Ventre sia arrivato vivo in ospedale".

Però dalle immagini dall’ospedale sembra tutto fuorché vivo.
"Io quelle immagini non lo ho viste. Mi era stato detto che c'erano immagini di Luca vitale in ospedale".

Lei è già stato contattato dal pm di Roma che indaga sul caso Ventre?
"Il pm ha dato l'incarico sulle indagine al quarto reparto dei Ros. Con loro siamo in contatto. Noi ci siamo messi a disposizione della procura di Roma il 2 gennaio".

Lei esclude che Luca Ventre sia morto in ambasciata?
"Io non ho elementi ufficiali del suo arrivo da vivo in ospedale. Non posso escludere sia morto in ambasciata. A me era stato detto che era morto in ospedale, attorno alle 11 di mattina".

Lei ha visto il fascicolo aperto dai magistrati uruguaiani?
"Non ce l'hanno fatto vedere".

E il video integrale, quello in cassaforte, l'ha visto?
"Sì".

E ci può dire qualcosa?
"No, ma lei ha visto le parti rilevanti, quelle con l'ingresso e il placcaggio. La parte che può essere accusatoria è quella. Sono angolazioni diverse".

Però evidentemente qualcosa accade e induce Luca ad andarsene, nel video mancano due minuti.
"Due minuti? Sono solo trenta secondi".

Che ne è del poliziotto?
"Credo sia stato sospeso, non si è più visto qui".

E la guardia?
"Lavora ancora qui".

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