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La morte di Sissy Trovato Mazza

Caso Sissy, il ministro Bonafede: “Non saremo lo Stato vigliacco che abbandona chi lo ha servito”

“Faremo luce sul caso”. Il ministro Giustizia, Alfonso Bonafede è intervenuto al sit di protesta contro l’archiviazione del caso di Sissy Trovato Mazza, l’agente penitenziaria ridotta in stato vegetativo da un colpo di pistola. Prima di restare ferita Sissy aveva denunciato la presenza di droga nel carcere della Giudecca, dove prestava servizio.
A cura di Angela Marino
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"Basta con lo Stato vigliacco che prima si fa servire dai suoi agenti e poi li abbandona, chi indossa una divisa merita rispetto". Parole dure, di autocritica, sono quelle pronunciate oggi dal ministro Giustizia, Alfonso Bonafede, intervenuto al sit di protesta per il caso di Sissy Trovato Mazza, agente penitenziaria ridotta in stato vegetativo da un colpo di pistola il 1 novembre di due anni fa.

"Non abbandoneremo Sissy"

Il ministro ha fatto capolino in piazza Cairoli, a pochi passi dalla sede del ministero, dove si stava svolgendo la manifestazione organizzata dal ‘Comitato civico Sissy la Calabria con te' per protestare contro l'archiviazione del caso. "Questa famiglia non merita di essere abbandonata, soprattutto perché Sissy ha indossato una divisa e non può essere dimenticata così" ha detto ai giornalisti di fronte a Salvatore e Patrizia Trovato Mazza, rispettivamente il padre e la sorella di Sissy, ai quali ha assicurato la propria disponibilità a riceverli in via istituzionale nelle stanze di via Arenula, il prossimo 6 novembre.

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Sissy aveva denunciato il traffico di droga in carcere

Sono tante le cose di cui dovranno parlare, a partire dal contesto in cui è maturato il tragico episodio. Prima di essere ritrovata riversa nel sangue nell'ascensore dell'ospedale civile di Venezia, dove stava prestando servizio esterno, Sissy aveva denunciato la presenza di droga tra le mura del carcere dove lavorava, l'Istituto di pena femminile della Giudecca e le condotte irregolari di una agente. Un terreno ‘ scivoloso' sul quale l'amministrazione penitenziaria e per il Ministero si troverebbero a muoversi qualcosa si decidesse di proseguire le indagini. "Non abbiamo paura di ciò che potrebbe emergere da accertamenti e indagini" ha detto Bonafede, alludendo proprio ai traffici denunciati da Sissy prima di restare colpita. "La credibilità dello Stato – ha sottolineato – passa nella capacità di mettere in discussione le proprie certezze". L'incontro si è concluso con un lungo abbraccio tra papà Salvatore e il ministro. Assenti alla manifestazione i colleghi dell'agente – ora sospesa dal servizio e rimasta senza stipendio – ai quali Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria ha rivolto un appello: "Dovete fare di più per Sissy, oggi è successo a lei, domani potrebbe accadere a voi".

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