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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Caso Scagni, Alberto condannato per omicidio, la mamma: “Amareggiati, noi genitori come capro espiatorio”

Antonella Zarri ha commentato la sentenza che vede il figlio Alberto Scagni condannato a 24 anni di carcere per l’omicidio della sorella Alice. Al 40enne è stata riconosciuta la seminfermità mentale. “Siamo stati usati come capro espiatorio. La sentenza poteva essere un copia e incolla delle richieste del pm, ma la Giuria ha avuto un guizzo di inventiva” ha sottolineato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
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Alberto Scagni è stato condannato a 24 anni e 6 mesi per l'omicidio di Alice, la sorella 34enne uccisa a coltellate sotto casa nel quartiere Quinto di Genova. Scagni, per il quale i genitori avevano più volte richiesto l'intervento delle forze dell'ordine e il Trattamento sanitario obbligatorio alla Salute Mentale, è stato riconosciuto come "seminfermo di mente" e per questo motivo, alla fine della pena potrà scontare tre anni in una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza). "La sentenza poteva essere un copia e incolla di quanto voleva il Pm, invece la Giuria ha avuto un guizzo di inventiva, diciamo così" ha dichiarato a Fanpage.it Antonella Zarri, madre dei due fratelli.

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Alberto era accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione e crudeltà e per la Pm Paola Crispo, Alberto Scagni era da considerarsi assolutamente capace di intendere e di volere nonostante la certificazione dei suoi disturbi psichiatrici e le frasi sconnesse pronunciate prima e dopo l'omicidio della sorella.

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"Siamo molto amareggiati – ha continuato la mamma dei fratelli Scagni – da questo processo e da come è stato condotto, dalla nostra necessità di doverne uscire per poi essere interpellati ogni volta che serviva un capro espiatorio". I coniugi Scagni hanno infatti lasciato il processo rinunciando alla parte civile in polemica con i magistrati. "Tutto questo – scriveva l'avvocato Fabio Anselmo che difende la famiglia Scagni – serve a non interpellare il 112 e la Salute Mentale, principali responsabili di quanto accaduto".

In una nota, Antonella Zarri aveva affermato che il processo per l'omicidio di Alice era un modo "per non parlare dei veri responsabili della tragedia". "Il processo era contro di me e mio marito. Siamo stati costretti ad abbandonarlo – ha spiegato Scagni – per evitare inutili spese e sofferenze. Alberto è folle e se ha ucciso sua sorella è colpa mia, ma merita l'ergastolo perché è un lucido killer. Un vero e proprio controsenso" ha concluso.

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