Il 21 febbraio del 2017 i giudici della Cassazione hanno messo la parola fine su una delle vicende giudiziarie più amare degli ultimi vent’anni. Un sigillo pesante, quello dell’ergastolo, che ha decretato al di là di ogni ragionevole dubbio la colpevolezza di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Responsabili, in concorso, di aver ucciso la quindicenne Sarah Scazzi. E di averlo fatto il 26 agosto 2010.
Eppure, a quasi dodici anni da quel tragico epilogo, la giovane ragazza di Avetrana sembra non avere ancora pace. Infatti uno dei legali di Sabrina Misseri, Nicola Marseglia, ha ribadito a Fanpage.it come il delitto di Avetrana non sia un caso chiuso. E non lo sia perché, per citare le sue parole, “la Corte di Strasburgo ha ritenuto ammissibile il ricorso che abbiamo presentato in quella sede per violazione del diritto alla difesa". "Un passo importante considerato che si registra solitamente un taglio dei 2/3. Questo esito non dà conseguenze immediate perché prima dovrà essere fissata l'udienza per la relativa trattazione davanti ai giudici di Strasburgo. Restiamo fiduciosi, i termini solitamente si aggirano intorno ai tre anni. Niente di nuovo sotto il sole. Attendiamo dal 2018, ma sicuramente una dilatazione delle tempistiche è da imputare al covid che ha frenato anche la macchina della giustizia. Noi confidiamo nella possibilità di avviare un procedimento di revisione possibile ove la Corte di Strasburgo riconoscerà l'avvenuta violazione del diritto alla difesa. Revisione che sarà legittimata altresì dai nuovi elementi di prova che dovremmo chiaramente presentare. Siamo fiduciosi ed in attesa", spiega l'avvocato.
A questo punto è legittimo domandarsi se ci sarà davvero un nuovo processo per Sabrina e Cosima. Proviamo a fare chiarezza.
Omicidio Sarah Scazzi: che cosa succede adesso
In termini agevoli, i legali delle due donne hanno presentato un ricorso per violazione del diritto all’equo processo per carenza di contraddittorio e per nocumento del diritto alla difesa.
Ma che cosa significa ammissibilità del ricorso? L’ammissibilità pronunciata da Strasburgo implica, allo stato, solamente che i legali di Sabrina e Cosima Misseri hanno rispettato i rigidi crismi e le inflessibili procedure che la Corte esige per la relativa presentazione. Un risultato certamente non trascurabile dal momento che, nella quasi totalità dei casi, simili ricorsi vengono rigettati.
È chiaro. La difesa delle due donne mira a ottenere la revisione del processo.
Ma affinché quest’ultima possa attivarsi dietro spinta comunitaria è necessario un ulteriore passo. E cioè occorre aspettare che i giudici europei fissino un’udienza ad hoc per entrare nel merito della questione.
Cosa deciderà la corte di Strasburgo
In termini concreti, i giudici di Strasburgo dovranno sentenziare se – come sostenuto dai difensori – nel processo a carico di Sabrina Misseri e Cosima Serrano sia stata attuata – in Italia – una violazione dell’art. 6 CEDU. Vale a dire se è stato violato il diritto all’equo processo e se sono state violate le garanzie processuali dell’imputato in relazione al principio del contraddittorio.
In merito, la Corte si è pronunciata nel 2018. Dunque, considerando che le ordinarie tempistiche per la fissazione di un’udienza di discussione ruotano intorno ai tre anni, la chiamata dall’Europa potrebbe essere imminente. Non è sicuramente da escludere che di fronte ai giudici europei i legali delle due donne si giochino anche il jolly delle assoluzioni – intervenute nell’estate del 2021 – di Ivano Russo e Michele Misseri. Ricordiamo che, lo scorso giugno, sono state annullate in appello le condanne di questi ultimi nel processo sui depistaggi e i falsi testimoni. Nello specifico, la Corte aveva dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Le assoluzioni in parola, dunque, potranno rivelarsi fondamentali per incentivare nuovamente la discussione sulla colpevolezza delle loro assistite.