Caso Sarah Scazzi, negato permesso premio alla cugina Sabrina Misseri: “Socialmente pericolosa”
No a un permesso premio per Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo insieme alla madre Cosima Serrano per l’omicidio di Sarah Scazzi. La Cassazione ha confermato il “no” alla richiesta avanzata da Misseri di ottenere un permesso premie per uscire dal carcere di Taranto in cui sta scontando la sua condanna. Secondo i giudici della Cassazione, il fatto che Sabrina Misseri non abbia ammesso di aver ucciso la cugina quindicenne, pur non essendo una condizione necessaria per ottenere il permesso, indica in lei la mancanza di una "rivisitazione critica" del suo "pregresso comportamento deviante" e attesta la sua pericolosità sociale.
La prima sezione penale della Cassazione ha quindi bocciato il ricorso della difesa presentato contro il provvedimento del tribunale di sorveglianza di Taranto con cui era stata respinta l'istanza di permesso premio. Il tribunale di sorveglianza, è quanto emerge dalla sentenza depositata oggi, aveva fondato la sua valutazione sull'"atteggiamento di sostanziale sottrazione al confronto con gli operatori sugli elementi posti a fondamento della sentenza di condanna" e tale circostanza, osserva la Corte, "legittima l'impossibilità di valutare in termini positivi l'incidenza del percorso penitenziario sul giudizio di pericolosità".
Sarah Scazzi è stata uccisa il 26 agosto del 2010 e il suo cadavere è stato gettato in un pozzo nella campagna di Avetrana (Taranto) dove la vittime e i suoi parenti vivevano. Per il brutale omicidio della ragazzina sono state condannate all’ergastolo sua zia Cosima e, appunto, la cugina Sabrina. Sul caso Sarah Scazzi nelle scorse settimane è arrivata un'altra notizia, in questo caso da uno degli avvocati di Sabrina Misseri: la Corte di Strasburgo ha ritenuto ammissibile il ricorso presentato in quella sede per violazione del diritto alla difesa: “Noi confidiamo nella possibilità di avviare un procedimento di revisione possibile ove la Corte di Strasburgo riconoscerà l'avvenuta violazione del diritto alla difesa. Revisione che sarà legittimata altresì dai nuovi elementi di prova che dovremmo chiaramente presentare. Siamo fiduciosi ed in attesa", aveva spiegato a Fanpage.it l’avvocato Nicola Marseglia.