Caso Sara Pedri, la ginecologa alla sorella: “Qui è un inferno”
Dal terzo giorno di lavoro Sara Padri ha iniziato a parlare di un vero e proprio inferno, quello vissuto all'ospedale di Trento. Lo ha riferito alla mamma e alla sorella che mesi dopo la scomparsa della ginecologa avvenuta il 4 marzo scorso, cercano la verità su quanto accaduto alla giovane dottoressa. La sua è stata una lenta trasformazione, spiegano le due donne, da donna determinata e sicura di sé a donna cupa e triste, piena di dubbi sulle proprie capacità. "Mi hanno picchiata sulle mani come alle elementari", aveva detto un giorno Sara, era il 21 gennaio e il riferimento è a un episodio che vede protagonista la vice del primario del reparto di Ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, che avrebbe schiaffeggiato Sara Pedri sulle mani.
A ottobre la decisione sul licenziamento di Tateo
I due medici non sono indagati ma entrambi sono stati trasferiti quest'estate, inoltre per Tateo è stato chiesto da parte della Commissione interna all'ospedale il licenziamento. A fine ottobre saranno tre avvocati super partes di Trento a decidere del futuro del primario. Ma la situazione riguarda anche la vice di Tateo che però ha rigettato ogni accusa, anche quella di aver schiaffeggiato Sara. "Mi sento demotivata, non all'altezza", scriveva Sara alla sorella mentre la sua voglia di lavorare svaniva dietro il peso delle parole che i suoi superiori le rivolgevano ogni giorno. Una situazione confermata anche dalle colleghe di Sara che raccontano di vessazioni continue in reparto e in sala operatoria: hanno confermato le umiliazioni sul posto di lavoro e in particolare hanno puntato il dito contro la dottoressa, vice del primario Saverio Tateo. Secondo l'accusa, alle colleghe diceva: "Non capite niente, siete delle cretine".