Caso Sara Pedri, ex primario Tateo può essere licenziato per giusta causa: la decisione dei garanti
Nuovi guai in vista per Saverio Tateo l'ex primario di Ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento dove lavorava Sara Pedri, la trentenne originaria di Forlì scomparsa dallo scorso 4 marzo e ancora non ritrovata. Il medico potrà infatti essere licenziato per giusta causa. Il Comitato dei garanti ha confermato la legittimità della scelta, che era stata avanzata dalla Commissione disciplinare dell’azienda sanitaria del nosocomio. Il parere è stato adottato all'unanimità dai tre componenti per "molteplici fatti di rilevante gravità" e ora l'Azienda sanitaria può procedere con il provvedimento disciplinare definitivo, anche se il legale di Tateo, il professor Vincenzo Ferrante, ha già fatto sapere di voler impugnare la decisione davanti al giudice del lavoro per chiedere il reintegro del primario (e i danni).
Il medico viene accusato di aver creato un clima insostenibile e tossico nel reparto, nel quale ha lavorato anche Sara Pedri, i cui familiari hanno evidenziato un ambiente di lavoro molto difficile. Nel corso degli ultimi mesi erano state raccolte decine e decine di testimonianze contro il primario, che nel frattempo era stato trasferito a Pergine-Valsugana. Secondo quanto raccontato dagli infermieri e dalla stessa Sara nel suo diario, proprio il medico e la sua vice, Liliana Mereu, pure trasferita in un'altra struttura operativa, avevano reso la vita in corsia infernale e umiliante. In una particolare occasione la donna avrebbe addirittura schiaffeggiato e umiliato Sara in sala operatoria davanti a tutti, intimandole di lasciare il reparto. "All'inizio si respirava aria di grande tensione e tristezza – aveva spiegato il nuovo primario, Fabrizio Taddei solo qualche settimana fa – soprattutto per quanto si continuava a leggere sui media e per il destino toccato a quella giovane professionista. Adesso sono tutti un po' più sereni. Non ho dovuto fare grossi interventi, perché dove ci sono validi elementi il reparto funziona. Tutti collaborano molto bene, anche lo staff dell'equipe non medica merita menzione in questo senso. Non abbiamo mai avuto bisogno di ricorrere a grandi interventi di assistenza di competenze altrui per fare il nostro lavoro".