Caso Saman. Estradizione padre, ennesimo rinvio in Pakistan: Nordio firma rogatoria per videoconferenza
Tutto slitta ancora. Si aggiorna a giovedì, 23 febbraio, il procedimento in corso a Islamabad sull'estradizione chiesta dall'Italia per Shabbar Abbas, il padre di Saman accusato dalla Procura e dai carabinieri di Reggio Emilia di aver ucciso la figlia 18enne, in concorso con quattro familiari.
In aula in Pakistan, secondo quanto si apprende, erano presenti il pubblico ministero e il difensore di Abbas.
Proprio il legale del 46enne, che recentemente ha accusato lo Stato italiano e il fidanzato della ragazza dicendo che i colpevoli della morte della figlia sono loro, ha chiesto la convocazione del funzionario del ministero dell’Interno che ha istruito il fascicolo estradizionale per un esame in contraddittorio della documentazione. La corte ha quindi emesso l’ordine di convocazione del funzionario fissando la prossima udienza a tra due giorni.
L'ennesimo rinvio ha spinto all'intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, con la trasmissione all’omologo pakistano e alle competenti autorità locali di una richiesta di assistenza giudiziaria ricevuta dalla Corte d’assise di Reggio Emilia.
Attraverso i canali diplomatici, il Guardasigilli ha inoltrato alle autorità del Pakistan la rogatoria con richiesta di assicurare – “con celerità” – una videoconferenza per permettere la partecipazione da remoto di Shabbar Abbas, detenuto in un carcere pakistano, alle udienze del processo a suo carico in corso nel nostro Paese
Shabbar è imputato a Reggio Emilia insieme alla moglie Nazia Shaeen, latitante, allo zio e a due cugini di Saman. Il 46enne è stato arrestato tre mesi fa, da allora la sua estradizione è sempre ripetutamente slittata.