Caso Ruggi, lo ‘sceriffo’ patteggia 18 mesi per detenzione di armi: ancora indagato per scomparsa della 31enne

Domenico Lanza, noto come lo "sceriffo", ha patteggiato un anno e 6 mesi di pena sospesa per il reato di detenzione illegale di armi da fuoco. Il 66enne di Polinago (provincia di Modena) resta indagato per sequestro di persona in relazione alla scomparsa di Daniela Ruggi, la 31enne di cui si sono perse le tracce a Montefiorino lo scorso settembre.
I quattro capi d'accusa legati alla non corretta detenzione di armi in casa avevano portato Lanza a scontare tre mesi di carcere in misura cautelare al ‘Sant'Anna' di Modena. È stato scarcerato all'inizio del mese.
Una perizia presentata dal legale di Lanza, Fausto Gianelli, ha chiarito come le armi conservate in casa dal 66enne, trovate il 5 dicembre scorso, fossero inutilizzate da anni e in parte anche non funzionanti.
Nello specifico, un fucile d’epoca è risultato non funzionante, mentre due pistole lanciarazzi non erano state alterate, ma solo non denunciate. La polvere da sparo e le munizioni erano state tenute in un ambiente umido, che ne aveva compromesso l’efficienza.
Una pistola, l’unica vera arma, non avrebbe sparato da molti anni. Tutte le armi sono state ricevute in eredità dal padre: Lanza semplicemente non le aveva mai regolarizzate.
"Lanza torna ad essere un uomo libero – spiega Gianelli – con questo patteggiamento decade infatti anche l'obbligo di firma cui era ancora sottoposto. Resta formalmente indagato per la scomparsa di Daniela Ruggi – continua il legale – ma aspettiamo la perizia dei Ris, in modo tale che si possa dissequestrare la sua abitazione e chiudere anche questo secondo capitolo".
L'uomo è indagato per sequestro di persona dallo scorso 7 dicembre. Lanza sarebbe stato uno degli ultimi a vedere Daniela Ruggi prima della scomparsa, avvenuta a metà settembre. È finito all'attenzione degli inquirenti dopo aver mostrato indumenti intimi della ragazza che teneva nel baule della sua auto durante un'intervista tv.
Il 66enne aveva anche confermato la recente frequentazione con la donna conosciuta a suo dire per strada. Ha sempre sostenuto di aver varie volte ospitato la 31enne a casa sua, dove le offriva pasti caldi e anche la possibilità di lavarsi, dato che l’abitazione della Ruggi a Montefiorino era priva di acqua calda. Ha sempre negato invece il coinvolgimento nella scomparsa.