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Caso Ruby, la ricostruzione dei pm: Mora l’arruolatore, Fede il fidelizzatore, Minetti la responsabile economica e logistica

I pm Forno e Sangermano hanno ricostruito quello che accadeva ad Arcore e hanno parlato di “un sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi” nel quale Mora, Fede e Minetti avevano compiti ben precisi.
A cura di Alfonso Biondi
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La consigliere regionale Minetti

E' rientrata da poco da Formentera, si è concessa ai fotografi che l'attendevano al Consiglio regionale della Lombardia ma non ha concesso alcuna dichiarazione. Nicole Minetti si è trincerata dietro un abusato "no comment". La consigliera è indagata assieme a Lele Mora e a Emilio Fede per induzione  e favoreggiamento alla prostituzione e alla prostituzione minorile in un processo parallelo a quello che a Milano vede imputato Berlusconi per concussione e prostituzione minorile (il cosiddetto processo Ruby). Per i 3 è stato chiesto il rinvio a giudizio. I prossimi appuntamenti ci saranno l'11 e il 13 luglio: il primo sarà dedicato alle parti civili, il secondo alle difese.

UN "BORDELLO" PER I PM- I pubblici ministeri Forno e Sangermano hanno parlato di un "bordello", un sistema strutturato per fornire ragazze disponibili a prostituirsi". Per la pubblica accusa ognuno dei 3 indagati aveva un compito ben preciso: Lele Mora sarebbe stato "l'arruolatore" di ragazze; Emilio Fede "il fidelizzatore" che aveva il compito di valutare la riservatezza e la disponibilità sessuale delle arruolate oltre che la loro adattabilità alle particolari esigenze; Nicole Minetti, infine, si sarebbe occupata dell'organizzazione economico-logistica, compito del quale, secondo quanto ritiene l'accusa, la consigliera regionale avrebbe parlato a telefono con l'amica Melania Tunini. "E poi ci sono io che faccio quello che faccio"- avrebbe confidato all'amica.

PARTI CIVILI- Ieri il gup Maria Grazia Domanico ha accolto la richiesta di costituirsi parte civile avanzata dai legali di Ambra Battilana e Chiara Danese, le due 18enni che il 22 agosto scorso parteciparono ad una serata a Villa San Martino. Come si legge nella richiesta dei loro legali le due avrebbero "subito un danno non patrimoniale costituito dalla profonda ed enorme sofferenza subita” per essere state considerate al pari di meretrici e quindi di essere state indotte a tale attività perché invitate a partecipare “ad una serata ad Arcore nella dimora di Silvio Berlusconi”, dimora che abbandonarono appena si resero conto del reale scopo della partecipazione. "Stiamo ancora valutando se costituirci parte civile"- aveva invece dichiarato Egidio Verzini, l'avvocato di Ruby, escludendo però che tale decisione potesse essere avanzata durante l'udienza di ieri.

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