Caso Ruby, la Macrì cambia versione: non ho visto Ruby ad Arcore
Nadia Macrì, una delle escort del caso Ruby, fa marcia indietro e cambia versione dei fatti, niente di strano in una vicenda dai contorni ancora poco chiari. La giovane aveva raccontato prima con un intervista alla trasmissione Annozero e poi ai pm milanesi del "Rubygate" di essere stata presente ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi, il 24 aprile scorso, e di essere stata testimone di un incontro a luci rosse tra il presidente del Consiglio e "Ruby Rubacuori".
Per l’indagine sarebbe stata la prova schiacciante, un testimone oculare del contatto ravvicinato tra il premier e "Ruby", allora minorenne. Ma la Macrì, dopo le analisi sulle celle telefoniche disposte dai pm milanesi, ritratta e si corregge rivelando di non essere stata ad Arcore nella notte tra il 24 e il 25 aprile scorsi, quando nella residenza del premier, secondo quanto accertato dalla Procura, era presente Ruby, e di conseguenza non può aver visto la marocchina che riceveva la busta con i 5000 mila euro da Silvio Berlusconi.
A Villa San Martino, pero', stando sempre alle analisi sulle celle telefoniche, la Macrì ci sarebbe stata in un'occasione a metà maggio, quando Ruby non c'era. Già nei giorni scorsi era emerso che le dichiarazioni della ragazza non erano state del tutto lineari e che c'erano dei dubbi sulla sua attendibilità. "I magistrati hanno riconosciuto che ho detto la verità, che sono stata ad Arcore e a Villa Certosa, ma non ero lì nella sera tra il 24 e il 25 aprile quando c'era Ruby. Quella che ho visto non era Ruby ma una ragazza marocchina che quella sera faceva la danza del ventre". In serata con i giornalisti ha precisato: "Attenzione, io non ho detto di aver visto la' Ruby. Ho sempre parlato solo di una marocchina giovane simile a Ruby".
Dopo l'audizione come persona informata sui fatti di venerdi' scorso, durata circa 5 ore, la escort e' stata ascoltata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano per oltre un'ora. "Tutte le sue dichiarazioni sono state sottoposte ad attenta verifica", ha chiarito il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati.