Caso Ruby: chiesto il rinvio a giudizio per Minetti, Fede e Mora
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Le accuse nei loro confronti sono quelle di induzione e favoreggiamento alla prostituzione e alla prostituzione minorile. Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati ha trovato anche il tempo di rispondere agli attacchi mossigli negli scorsi giorni dai legali di Emilio Fede che hanno criticato "l'errore grossolano" della procura di Milano, rea di aver confuso l'utenza telefonica del loro assistito con quella di Lele Mora.
Il procuratore si è difeso facendo notare che: "gli atti formali sono esatti, l'errore compare soltanto in una copia stampata del tabulato". I documenti originali, secondo Bruti Liberati, sarebbero quindi "esatti" e l'errore in questione corrisponderebbe solamente a un errore di trascrizione. Al momento la richiesta di rinvio a giudizio è stata inoltrata al gip Maria Grazia Domanico.
L'inchiesta che vede Minetti, Fede e Mora indagati per induzione e favoreggiamento alla prostituzione e alla prostituzione minorile è indissolubilmente legata a quella che vede attualmente imputato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In questo caso, le accuse a carico di Berlusconi sono quelli di concussione e prostituzione minorile. Per il Cavaliere, però, dalla Procura di Milano fu chiesto il rito immediato. La stessa strategia non è stata utilizzata nei confronti degli altri 3 indagati perché non è permesso dal codice, essendo la loro iscrizione nel registro antecedente i 90 giorni.
Qualora il gip accetti la richiesta della Procura, bisognerà vedere come i 3 imposteranno la propria strategia difensiva. Sarà interessante vedere se si incolperanno a vicenda. L'eventualità è tutt'altro che remota come conferma la memoria presentata il 18 aprile ai magistrati milanesi da Nicole Minetti. In tale memoria la consigliera escludeva categoricamente di aver portato Ruby ad Arcore e scaricava tutte le responsabilità del caso sui due co-indagati.