57 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Caso Ruby, aperta inchiesta per tentata corruzione: due emissari in Marocco per falsificare la data di nascita

La Procura di Roma apre un fascicolo contro ignoti per tentata corruzione, dopo che Il Fatto Quotidiano ha pubblicato l’intervista a una funzionaria dell’anagrafe marocchina a cui due italiani avrebbero offerto soldi per falsificare la data di nascita di Ruby Rubacuori.
A cura di Alessio Viscardi
57 CONDIVISIONI
ruby

Lo scoop de Il Fatto Quotidiano della settimana scorsa è sotto la lente d'ingrandimento della procura di Roma: due italiani si sarebbero recati in Marocco per falsificare la data di nascita di Ruby Rubacuori, la minorenne che avrebbe fatto sesso a pagamento con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rinviato a giudizio per prostituzione minorile e concussione. L'avvocato del premier, Niccolò Ghedini, aveva denunciato alla magistratura il quotidiano di Padellaro, così gli inquirenti hanno iniziato le indagini per appurare se sia avvenuto un tentativo di corruzione ai danni di una impiegata dell'anagrafe marocchina finalizzata a cambiare la data di nascita di Karima el Mahroug, la Ruby del bunga bunga di Arcore. I due emissari italiani avrebbero offerto una lauta somma di denaro per modificare l'anno di nascita della giovane, dal 1992 al 1990.

Il reato di tentata corruzione è ipotizzato dagli inquirenti a carico di ignoti. La denuncia dell'avvocato e parlamentare Niccolò Ghedini ha fatto partire le indagini, secondo il legale si tratterebbe di un “trappolone” ai danni del presidente Berlusconi, per farlo apparire colpevole. Nel racconto che la funzionaria dell'anagrafe ha reso ai giornalisti de Il Fatto Quotidiano, due italiani e un interprete avrebbero cercato di farle sostituire i documenti di nascita di Ruby con altre carte in cui la sua data di nascita veniva retrodata di due anni. In questo modo, la ragazza sarebbe stata maggiorenne quando – secondo i pm milanesi coordinati da Ilda Boccassini – avrebbe partecipato al bunga bunga, facendo sesso a pagamento con il presidente del Consiglio.

Gli avvocati del premier, e lo stesso Silvio Berlusconi, avevano affermato di avere le prove che Ruby era maggiorenne durante i festini. Ma la giovane ha sempre sostenuto, nelle varie testimonianze rese nell'ambito dell'inchiesta per prostituzione minorile e concussione, che il consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti, sapeva bene che lei era minorenne quando si recò alla Questura di Milano per prenderla in custodia, dopo il suo arresto per furto. Il padre di Ruby, sulla questione, è sempre stato categorico: “Se mia figlia fosse stata due anni più grande, avremmo passato tutto questo tempo a correrle dietro perché era minorenne? La questione sarebbe stata già chiusa, con dolore, ma io sarei uscito prima da tutti i guai”.

57 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views