Caso Roberta Ragusa, anche l’esercito impegnato nelle ricerche
Da oggi ci saranno anche i militari dell'esercito impegnati nelle ricerche di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme in provincia di Pisa la notte tra il 13 e il 14 gennaio dello scorso anno. Su richiesta della Prefettura di Pisa, infatti, un gruppo di 60 militari appartenenti al sesto reggimento di manovra e al Centro Addestramento di Paracadutismo di Pisa affiancheranno le forze dell'ordine impegnate nelle perlustrazioni della zona ordinate dalla Procura per trovare i resti della 45enne ritenuta ormai morta dagli inquirenti. L'impiego di militari e dei mezzi dell'Esercito in concorso alle forze di polizia per il caso Ragusa "rientra nell'ambito delle attività svolte a sostegno del paese" spiegano dallo Stato maggiore dell'esercito. In totale sono più di mille, tra volontari, polizia e militari, le persone impegnate nelle ricerche e che hanno il compito di setacciare palmo a palmo il territorio a cavallo tra le province di Pisa e Lucca dopo il riavvio delle perlustrazioni, ordinate dal Pm Francesco Tagliente a partire da sabato 26 gennaio. Le ricerche dureranno una settimana e prevedono la perlustrazione di boschi, grotte e torrenti con l'impiego di speleologi del Soccorso alpino toscano e dei sommozzatori dei carabinieri e dei Vigili del Fuoco. Questi ultimi martedì saranno impegnati a Torre del Lago a setacciare le sponde e il fondale del Lago di Massaciuccoli, in provincia di Lucca. Per il momento non è stato trovato alcun indizio che possa ricondurre alla donna ma gli inquirenti sperano di trovare qualche traccia che finalmente faccia luce sulla scomparsa di Roberta Ragusa per cui è indagato da circa dieci mesi il marito Antonio Logli, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.