Caso Pierina Paganelli. Le scritte contro Manuela Bianchi: “Eri niente per me. Contavi poco”
"Eri niente per me", "Contavi poco, sei stata un gioco", "Non ti ho amato, ti ho usato, ho giocato". Queste sono solo alcune delle scritte apparse sotto un cavalcavia della zona di via del Ciclamino, a Rimini, dove è stata uccisa Pierina Paganelli. A mostrarle è stato l'inviato di Mattino 5. Scritte indirizzate inequivocabilmente a Manuela Bianchi, nuora della vittima, che l'hanno portata alla decisione di lasciare la casa e il condominio dove la 78enne era stata trovata morta a novembre.
"Non mi sento più sicura e vivo ogni giorno con molta tensione e molta ansia", erano state le parole della donna, che ha anche sporto denuncia contro ignoti. Già nel recente passato la donna ha ammesso di aver ricevuto minacce di morte e pesanti insulti che riguardano la sua passata relazione adulterina con Louis Dassilva, suo vicino di casa.
Ho molta paura – ha raccontato Bianchi ai giornalisti – Chi scrive questi messaggi minatori sostiene che io sia l’assassina o la mandante dell’omicidio di Pierina. Leggo cose come: ‘Se non c’entri con la sua morte, sei la mandante’. In questi messaggi minatori leggo anche tanti insulti riferiti alla mia relazione con Dassilva. Mi sembra un atteggiamento sessista, perché ho sbagliato ma non sono un’assassina e non ho provocato il delitto. Ho paura per me e per mia figlia che non vorrei mai lasciare sola…”.
Oltre a quelle mostrate nella trasmissione Mediaset, altre scritte minacciose erano comparse sul portone dell'ormai ex abitazione di Manuela, dove risiedono anche la figlia sedicenne e il marito Giuliano Saponi.
"M.B. Sei come i mobili dell'****. Li monti in garage costano poco valgono meno e li possono montare tutto". E ancora "Prima di entrare pagare biglietto vale la pena". Sono altre due delle scritte apparse nei pressi di quel cavalcavia. Sicuramente non un luogo casuale, ma il punto d’incontro dove Louis e Manuela si davano appuntamento. E del resto alcuni di quei messaggi sono stati scritti quasi come se la firma fosse dello stesso Dassilva: "Eri niente per me", "Contavi poco, sei stata un gioco", "Non ti ho amato, ti ho usato, ho giocato".