Caso Nessy Guerra, l’appello dell’avvocata a Fanpage.it: “Situazione sta degenerando, intervenire subito”
"La situazione è gravissima, negli ultimi giorni ci sono stati due episodi particolarmente critici". A parlare a Fanpage.it è Agata Armanetti, l'avvocata di Nessy Guerra, la 25enne ligure accusata di adulterio dall'ex marito Tamer Hamouda e bloccata in Egitto con la figlia minore.
Hamouda è italo-egiziano, lui e Nessy si erano conosciuti a Genova anni fa, poi avevano deciso di trasferirsi. I due hanno iniziato una battaglia legale per la custodia della bimba, in primo grado l'uomo ha ottenuto l'affidamento, decisione contro la quale il legale egiziano della ragazza aveva presentato appello. L'avvocata Armanetti però spiega: "Il collega egiziano non ha lavorato bene e ora Nessy è seguita da un nuovi avvocati consigliati dall'Ambasciata".
"Ha fatto davvero tanti errori dal punto di vista difensivo. Per esempio, non mi aveva detto che la custodia della bambina è stata affidata alla madre di Tamer. Lui continuava a dire che erano gossip, ma quando mi sono stata fatta tradurre la sentenza, ho scoperto che non era proprio così", prosegue la legale della 25enne.
L'uomo è riuscito a ottenere la custodia della bambina sulla base del fatto che Nessy, secondo la legge egiziana, non sarebbe una brava madre musulmana. Alle autorità egiziane l'uomo avrebbe infatti fornito foto in costume e video intimi della 25enne (l'avvocata spiega che l'uomo dei filmati sarebbe invece proprio Tamer), sostenendo di averli trovati su Internet a pagamento.
"Nel corso del processo di primo grado, quando sono stati presentati i video intimi di Nessy, l'avvocato non ha obiettato, non ha portato testimonianze contro la tesi di Hamouda. Ha chiesto alla madre di Nessy di convertirsi all'Islam (per la legge egiziana la nonna materna è la prima figura a cui viene affidato un minore quando la mamma non è in grado, ndr) ma non l'ha fatta entrare nel processo. Perché non ha detto a Nessy che invece era entrata la madre dell'ex marito?".
Dopo la conclusione del processo di primo grado, l'avvocata Armanetti ha richiesto la sentenza all'avvocato egiziano, l'ha fatta tradurre e ha scoperto che la minore era stata affidata alla madre del padre, cosa che invece non era stata comunicata né a lei né tantomeno a Nessy. Un errore che la legale della 25enne definisce "gravissimo".
Il secondo episodio risale a pochi giorni fa. Come aveva raccontato Armanetti a Fanpage.it, Tamer Hamouda e il suo avvocato sono stati denunciati dai Consoli italiani dopo aver ricevuto minacce dall'ex marito di Guerra. Di conseguenza, il legale dell'uomo, che rischia la radiazione dall'Albo egiziano, ha lasciato la difesa di Hamouda e ha deciso di collaborare con il Consolato.
"Pochi giorni fa è andato al Consolato e ha detto che Nessy, portata in un luogo protetto dopo che la nonna materna aveva messo una taglia sulla bambina, era in pericolo", racconta la legale della ragazza. "Il suo avvocato ha spiegato che Hamouda ha corrotto un poliziotto e ha scoperto dove si trovava Nessy. Si è presentato alla reception del palazzo dove era stata portata chiedendo di lei. Nessy ha ricevuto la visita del Console in persona, ha dovuto fare le valigie e scappare di nuovo".
Come spiega ancora Armanetti, il precedente legale di Nessy aveva detto che, in attesa del secondo grado, la bambina sarebbe rimasta con la mamma. "Invece Hamouda ha richiesto al tribunale di rendere esecutiva la sentenza di primo grado e ora la polizia, se trova Nessy, può prelevare la figlia".
La legale della 25enne ha deciso di muoversi immediatamente di fronte alla gravità della situazione. "Ho mandato un messaggio al portavoce del Ministero degli Esteri che mi ha risposto: ‘Sì, sono due cittadine italiane ma c'è una decisione della magistratura egiziana'. Ma non si può permettere che una nostra concittadina sia sottoposta a un processo totalmente ingiusto e che una bambina venga affidata a un uomo capace di tutto".
L'uomo tempo fa è stato condannato in Italia in via definitiva dalla Cassazione a 2 anni, 11 mesi e 27 giorni, per percosse, lesioni, stalking, violazione di domicilio, violenza sessuale, furto e truffa ai danni di un'altra donna con cui aveva avuto una precedente relazione.
"Hamouda in passato si è introdotto nella casa dell'ex fidanzata e l'ha colpita a bastonate. Le ha rubato 50mila euro, si è fatto comprare una casa e poi l'ha venduta, mentre lei sta ancora pagando le rate del mutuo. Io da lui ho anche ricevuto una chiamata l'altro giorno, ha scoperto il mio numero di telefono. Ha mandato delle mail in cui scrive che avrebbe tolto le denunce contro Nessy se lo Stato italiano avesse cancellato le pendenze con la legge italiane".
"Hamouda non è stupido, strumentalizza la religione islamica perché questa in Egitto consente di fare del male a Nessy. Se fosse in Italia sarebbe in carcere, senza la potestà genitoriale", aggiunge la legale della 25enne.
"Il 29 giugno ho ricevuto risposta anche dal Governo, poi però non ho più sentito nessuno. Uno non può dire: ‘Stiamo attenzionando il caso' e poi non far sapere più nulla". L'avvocata ricorda di aver anche presentato un'istanza al Tribunale di Sorveglianza per far rientrare Hamouda in Italia e fargli scontare la sua pena. "Ma non si è mosso nulla, io gli ho fornito anche l'indirizzo dove lui vive. – prosegue Armanetti – Bisogna fare qualcosa, perché la situazione è davvero degenerata".
"Io mi occupo di violenza di genere da 30 anni e ho visto le donne subire vittimizzazione secondaria anche da parte delle istituzioni", ci tiene ad aggiungere l'avvocata. "È successo anche a Nessy, che adesso si sente intimidita dal dover parlare con le autorità del suo Paese che l'hanno giudicata ancora prima di conoscere la situazione".
"Oltre a metterla in protezione, che sicuramente è una soluzione che tutela la nostra concittadina, non è stato fatto null'altro. La negoziazione da parte del Ministero se è iniziata – non ci è dato di sapere – va molto a rilento. Nessy rischia la vita perché Tamer è un uomo squilibrato, come attestano le mail che ha inviato al Consolato (che Fanpage.it ha avuto modo di visionare, ndr), e lo Stato Italiano deve intervenire".