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L'omicidio Meredith Kercher

Caso Meredith: respinta l’archiviazione per chi ha mostrato il suo corpo nudo

La studentessa inglese uccisa nel 2007 a Perugia fu mostrata da una emittente pugliese esanime e nuda: il Gip ha chiesto l’imputazione coatta per due giornalisti. Archiviate, invece, le posizioni dei familiari di Raffaele Sollecito.
A cura di Susanna Picone
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La studentessa inglese uccisa nel 2007 a Perugia fu mostrata su una emittente pugliese esanime e nuda: il Gip ha chiesto l’imputazione coatta per due giornalisti. Archiviate, invece, le posizioni dei familiari di Raffaele Sollecito.
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Meredith Kercher fu uccisa nel novembre del 2007 a Perugia e, nella casa in cui viveva, fu girato un video dalle forze dell’ordine per esaminare la scena del crimine che in seguito fu mostrato da Telenorba, una emittente pugliese. Ebbene, mostrare le immagini del corpo nudo ed esamine della studentessa inglese ha “leso il diritto alla riservatezza e alla tutela dell’immagine della ragazza e, per lei, dei suoi familiari”. Così c’è scritto in un passaggio dell’ordinanza con cui il gip del Tribunale di Bari Gianluca Anglana ha accolto l’opposizione proposta dalla famiglia della vittima alla richiesta di archiviazione per due giornalisti che mostrarono quelle immagini. Il giudice ha dunque disposto l’imputazione coatta per Enzo Magistà e Antonio Procacci. Il pm di Bari aveva chiesto l’archiviazione perché “la diffusione di alcune parti del filmato – così nella richiesta di archiviazione – nel quale viene ripreso il corpo denudato della vittima, è avvenuto nell'ambito dell'esercizio del diritto di cronaca senza alcun intento offensivo della reputazione della studentessa uccisa".

Il gip ha invece archiviato le posizioni dei familiari di Raffaele Sollecito, il ragazzo che insieme ad Amanda Knox è stato assolto in secondo grado dall’accusa di omicidio della studentessa inglese. Soddisfazione è stata espressa dalla famiglia del giovane pugliese: “Finalmente oggi è stata detta la parola fine, essendo stata acclarata l’assoluta insussistenza di profili di rilevanza penale in ordine alle condotte poste in essere dai familiari di Raffaele Sollecito, i quali, nel legittimo tentativo di difendere il proprio familiare, non hanno commesso alcun reato”, così i legali dei Sollecito in una nota. Gli avvocati dicono che c’è “viva soddisfazione” sia per il proscioglimento dei propri assistiti che per la declaratoria di inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche eseguite sulle utenze dei familiari di Raffaele: “Resta da comprendere – concludono gli avvocati – quale sia stata l’utilità e la necessità di monitorare per circa quattro mesi le utenze telefoniche dei predetti”.

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