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Caso Melania Rea: terzo giorno in cella per Salvatore Parolisi

E’ il terzo giorno di carcere per Salvatore Parolisi. L’uomo, accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, ieri sera ha chiesto di avere carta e penna per poter prendere appunti sull’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Calvaresi martedì scorso.
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delitto rea

Ha deciso che parlerà soltanto dinanzi al Tribunale del Riesame dell'Aquila, Salvatore Parolisi, secondo quanto ha fatto sapere il suo legale Valter Biscotti. Il difensore ha reso noto che molto probabilmente Parolisi in quell'occasione si difenderà anche personalmente e chi spera in una sua possibile confessione resterà inevitabilmente deluso, perché, a suo dire, il caporal maggiore riuscirà a provare la sua innocenza. Sembra un uomo forte e duro l'istruttore della caserma Clementi, anche quando commenta i suoi primi giorni di carcere: "Pensavo che le vetta più alta fosse quella scalata quand'ero militare negli alpini a Fossano. E invece no: questa è la montagna più alta della mia vita. Ma da vecchio alpino sono abituato alle sfide: supererò anche il carcere". avrebbe detto stamane. Poi un pensiero vola verso la figlia, la piccola Vittoria: il militare non può che augurarsi che stia bene.

Come  se "bene" fosse un definizione possibile per una bambina che da tre mesi non ha più davanti a sé il volto materno. Una bambina di appena un anno e mezzo che oltre a non vedere più la madre da qualche giorno non sa più dov'è suo padre. Vittoria è il microcosmo attorno a cui, oramai, ruota la vita di due famiglie, Rea e Parolisi, entrambe lacerate dall'orribile storia che vede coinvolti direttamente i loro figli. La madre di Melania, la signora Vittoria Garofalo, continua a reclamare la verità da suo genero. Ma la sua verità il caporal maggiore pare che la stia affidando a dei fogli di carta. Nel tardo pomeriggio di ieri il militare avrebbe chiesto di avere carta e penna per appuntare i punti dell'ordinanza di custodia cautelare che non combaciano con la sua versione. Salvatore studia quelle carte che lo inchiodano alle sue responsabilità, è un militare e non si dà per vinto. Non guarda la tv, e non ha chiesto giornali o riviste di alcun genere. Ha bisogno di restare lucido di fronte all'obiettivo,  quello di difendersi da un'accusa gravissima: omicidio volontario aggravato nei confronti di sua moglie.

Ieri, poi, un colloquio di circa un'ora con lo psichiatra della casa circondariale di Ascoli, di cui, però, il contenuto resta riservato al segreto professionale del medico. Chi ha incrociato il suo volto racconta di un uomo riposato ma al tempo stesso con lo sguardo spento. Parolisi non è in regime di isolamento ma ha una guardia carceraria che lo osserva a vista 24 ore su 24 per evitare che si dia ad atti autolesionistici. In attesa che gli atti passino a Teramo, per il caporal maggiore, sono stati già autorizzate i colloqui con le sorelle, i due cugini e un cognato. Quel che resta di una vita ormai distrutta dal 18 aprile scorso.

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