Caso Martina Rossi, Vanneschi e Albertoni chiedono l’affidamento ai servizi sociali
Vorrebbero andare ai servizi sociali Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due 30enni accusati della morte e del tentato stupro di Martina Rossi, la giovane precipitata dal balcone di una stanza d'hotel a Palma di Maiorca nel 2011. I due sono stati condannati in via definitiva nella giornata di ieri 7 ottobre a 3 anni per tentata violenza sessuale nei confronti della giovane. Il secondo capo d'accusa, quello per morte in conseguenza di un altro reato, è invece caduto in prescrizione.
Dopo la sentenza emessa ieri sera dalla Suprema Corte, questa mattina ad Albertoni e Vanneschi è stato notificato il decreto che prevede la sospensione della pena in attesa che venga disposta la modalità di espiazione della condanna in alternativa al carcere. La condanna a 3 anni di reclusione, infatti, non sarà scontata in prigione. I due sono pronti a chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali: il difensore di Vanneschi, l'avvocato Stefano Buricchi, ha reso noto che i due avranno 30 giorni di tempo per chiedere l'affidamento.
La vicenda giudiziaria sul caso Martina Rossi
Una vicenda che dura da 10 anni: Martina è morta nel 2011 a Palma di Maiorca, dove si trovava in vacanza con alcune amiche. Qui aveva conosciuto Vanneschi e Albertoni che poi quella stessa sera avevano tentato di abusare di lei nella stanza 609 dell'albergo nel quale alloggiavano. Per cercare di sfuggire alla violenza, la ragazza ha scavalcato la ringhiera del balcone, precipitando nel vuoto. Sono passati 35 minuti dal momento della caduta fino alla sua morte: la ragazza avrebbe infatti sofferto lungamente prima di morire. I due avrebbero dovuto presentarsi a processo per la tentata violenza sessuale il 26 agosto dopo che il reato di morte come conseguenza di altro reato era caduto in prescrizione. L'udienza fu poi rinviata al 7 ottobre, quando la Corte si è riunita per confermare la condanna a 3 anni già voluta dalla Corte d'Appello di Firenze
Il papà di Martina: "Niente galera, ma giustizia c'è"
"Di saperli in galera non mi interessa, quello che importa è che giustizia sia fatta e che l'immagine di mia figlia sia stata ripulita" ha dichiarato Bruno Rossi, padre della ragazza morta a Palma di Maiorca nel 2011. L'uomo, impegnato a chiedere giustizia da 10 anni, ha fatto sapere di non aver intenzione di fermarsi. "A Genova è in corso il processo per gli amici di Albertoni e Vanneschi. Erano con loro in Spagna e hanno raccontato un sacco di bugie su quella notte" ha detto ancora Bruno Rossi. "Non ho ancora deciso se andremo avanti. Non è esclusa la causa civile"