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La morte di Liliana Resinovich

Caso Liliana Resinovich: perché ora si indaga per omicidio e quali sono i 25 punti da riesaminare

Come è morta Liliana Resinovich? E quando? I segni di violenze sul suo corpo sono accidenti o causati da terzi? Le nuove indagini puntano a rispondere a queste domande.
A cura di Olga Mascolo
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Liliana Resinovich
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"Sono contento. Adesso lasciamo che si lavori con tranquillità e responsabilità". Poche parole quelle di Sergio Resinovich, fratello di Liliana, a commento della decisione di proseguire le indagini sulla morte della sorella.

È stato il gip Luigi Dainotti, dopo avere ascoltato le parti lo scorso 5 giugno in un’udienza in camera di consiglio a porte chiuse, a decidere di rigettare la richiesta di archiviazione delle indagini sulla morte di Liliana Resinovich. L'archiviazione era stata chiesta dal Procuratore Antonio de Nicolo e Maddalena Chergia, pm titolare dell’inchiesta, dopo oltre un anno di indagini. La loro ipotesi è che si tratti di suicidio per lenta asfissia da sacchetto.

Liliana è stata trovata cadavere, in posizione fetale, il 5 gennaio 2022, nel parco di San Giovanni a Trieste, con il capo avvolto in due sacchetti biodegradabili legati al collo da uno spago non stretto. Il resto del corpo avvolto in due sacchi della spazzatura non sigillati. La donna è sparita per sempre il 14 dicembre 2021.

Una telefonata alle 8:22, a Claudio Sterpin, il suo amico intimo (e forse amante), l’ultima comunicazione di cui si abbia notizia. E poi niente, fino al ritrovamento del corpo.

Gli amici e la famiglia hanno subito sospettato che il marito Sebastiano Visintin potesse avere in qualche modo a che fare con la morte di Liliana. L'uomo non è mai stato indagato e con il suo avvocato, Paolo Bevilacqua, si è opposto all'archiviazione delle indagini: "Sono contento che l'archiviazione sia stata rigettata. È importante capire se con la morte di Liliana c'entrano altre persone".

Perché il gip rigetta la richiesta della Procura sulla morte di Liliana Resinovich

Nelle sei pagine di motivazione con cui il gip rigetta la richiesta della Procura, la svolta più importante sta nell’iscrizione nel fascicolo di indagine a carico di ignoti del reato di omicidio volontario. Per tutto il tempo si è indagato per sequestro di persona, senza ipotizzare indagati. Questa nuova indagine porterà a qualche indagato? Sicuramente apre a nuovi scenari investigativi: se si indaga per omicidio volontario, si cerca un eventuale colpevole.

I venticinque punti elencati dal giudice

Sono venticinque i punti oscuri, per il gip, che vanno indagati e comportano "la necessaria iscrizione" del reato per omicidio volontario. Puntualizza il gip che questa iscrizione era stata richiesta già durante le indagini, quando autorizzava intercettazioni telefoniche e ambientali.

Per il giudice Luigi Dainotti le nuove indagini dovranno fare luce su tutto, a partire dal più grande dei dilemmi: come è morta Liliana? E quando? Le investigazioni a oggi, seppure minuziose e sostanziose, non rispondono a queste domande.

La possibilità di riesumare il corpo di Lilli

Si spera che gli ulteriori accertamenti richiesti dal gip portino a delle risposte. Nelle venticinque richieste in primo luogo si chiede una nuova autopsia e che, se necessario, venga riesumato il corpo di Lilli.

"Mi disturba tantissimo che venga riesumato il corpo di Liliana, la mia supplica è di lasciarla riposare in pace", commenta il marito Sebastiano, che dal giorno della morte della moglie ha chiesto la cremazione di Lilli, così come avrebbe voluto lei.

Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)
Liliana Resinovich e il marito Sebastiano Visintin (Facebook)

Sul corpo sono state riscontrate delle lesioni, e per la consulenza medico legale di Fulvio Costantinides e del radiologo Fabio Cavalli, queste lesioni non sono causate da terzi. Su questo punto hanno espresso perplessità sia il consulente incaricato dal fratello Sergio Resinovich, il dott. Fineschi, sia il dott. Barisani consulente del marito della donna.

Si cercano ulteriori elementi: se Liliana è stata colpita, da cosa è stata colpita e quando? Si tratta di lesioni che possono avere portato alla morte della donna? Se Liliana si è suicidata, quali sono le prove?

La lesione che ha al naso dipende da una frattura antica come scrivono i periti, o qualcuno le ha fatto del male?

Altro dilemma è questo: se Liliana è morta, come dice l'autopsia, al massimo 60 ore prima del ritrovamento, che ne è stato di lei nei giorni precedenti, cioè dal 14 dicembre 2021? Una ipotesi è che possa essere stata tenuta in luogo freddo, o congelata.

Perché la Procura pensa che Liliana si sia suicidata

Scriveva il Procuratore de Nicolo, in un comunicato che spiegava la richiesta di archiviazione dello scorso 21 febbraio: "Il dovere istituzionale della Procura della Repubblica è l'accertamento della commissione di reati in danno della signora Resinovich, non quello di ricostruirne in dettaglio ogni attimo degli ultimi giorni di vita – una volta escluse, beninteso, sia l'avvenuta segregazione contro la sua volontà sia la sussistenza di altre condotte lesive in suo danno ad opera di terzi", e dunque, continua il Procuratore, se non è stato possibile determinare il giorno della morte "non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all'archiviazione della vicenda: è sufficiente constatare che non è emersa alcuna ipotesi di reato specifica".

Il giudice Dainotti sembra fra le righe non concordare con il Procuratore e chiede molti esami, tra cui che si cerchi nei muscoli di Lilli un enzima specifico che si forma nel processo del congelamento. Può essere stato il congelamento/raffreddamento a rallentare il rigor mortis del corpo di Lilli, che ne farebbe risalire la morte al massimo a 60 ore prima? A questo proposito verrà analizzato anche un pezzetto della muscolatura di Lilli.

L'opposizione ha anche messo in rilievo come il tallone di Liliana sia di colore più scuro. Si è discusso che potesse trattarsi della colorazione della scarpa: anche a questo interrogativo si porrà fine, per richiesta del giudice, attraverso un riscontro autoptico.

Le analisi su cellulari e video

La Procura nella sua richiesta di archiviazione sosteneva di non ritenere importante capire come fosse morta Lilli, dal momento che non individuava reati. Il gip Dainotti ritiene invece fondamentale capire le circostanze della morte di Liliana. E quindi verranno analizzati gli account segnalati dal team di Nicodemo Gentile, l’avvocato che difende gli interessi del fratello di Lilli. Verrà fatta un’analisi più approfondita dei cellulari Sebastiano Visintin, marito della donna, e di Claudio Sterpin, di cui si erano analizzati solo i tabulati telefonici.

Il marito Sebastiano Visintin racconta di essere stato in giro in bici, in tarda mattinata, a provare la sua nuova Gopro, i video verranno acquisiti per determinare la data e l’orario preciso in cui sono stati realizzati.

Verranno disposti nuovi esami del Dna di confronto tra le tracce di Dna rilevate sul cordino servito a legare i sacchetti al collo, e quelle miste presenti sugli slip di Liliana, sotto le unghie di Liliana e sulla bottiglietta. Il dna trovato in questi punti verrà confrontato con persone attenzionate nell'indagine: Claudio Sterpin, Sebastiano Visintin, Fulvio Covalero e Piergiorgio Visintin, figlio di Sebastiano.

Il Dna maschile trovato sul cordino e giù confrontato col tre Dna maschili – il marito, l'amico della donna, e il vicino di casa Salvatore Nasti – verrà confrontato anche con Piergiorgio Visintin figlio di Sebastiano, e l'amico Fulvio Covalero, che si trovava nel luogo del ritrovamento del cadavere qualche giorno prima che venisse individuato dagli investigatori.

Indagare nella vita privata di Liliana

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich

Nuove indagini sono state richieste anche per indagare nella vita di Liliana, attraverso i suoi numerosi account, Luca Russo, consulente del team dell'avvocato Nicodemo Gentile, ne individua almeno quattro. Nuove analisi sui telefonini di Lilli e i suoi dispositivi: che rapporto aveva Liliana col marito? Voleva divorziare? Se voleva suicidarsi lo ha scritto da qualche parte? E che rapporto aveva con l'amico Claudio Sterpin? Dovevano veramente partire insieme il 17 dicembre, qualche giorno dopo la scomparsa della donna? Ma non solo: chi frequentava Liliana in quel periodo? Si cerca anche qualcuno non ancora emerso nelle indagini.

Verrà sentito anche Claudio Sterpin, e dovrà spiegare perché ha indicato solo lo scorso 21 aprile due luoghi di incontro segreti con Liliana, uno in via Slataper e uno in via Giulia, dovrà spiegare l'utilizzo di quei due immobili e "per quale motivo non ne abbia fatto menzione agli inquirenti".

Si cercherà materiale biologico sulla borsa di Liliana, e come ha chiesto l'avvocato del marito Sebastiano Visintin, verranno ispezionati gli abiti più esterni indossati da Liliana.

Saranno analizzati nel dettaglio i contenuti degli hard disk consegnati da Sebastiano agli amici, e si cercherà di capire se e quanti contanti fossero presenti nelle mura domestiche di via Verrocchio 2, dove viveva la donna col marito.

Ulteriori accertamenti sono stati disposti anche circa le impronte di un guanto di tessuto rilevata sui sacchetti per capire se questi guanti siano quelli usati dagli operatori che hanno recuperato il corpo, "onde accertare o escludere l'intervento di terzi sui sacchi che ricoprivano il cadavere".

E poi ancora: verifiche sono state disposte sugli orari della telecamere del bus che vedrebbe Liliana quella mattina in piazzale Gioberti, e controlli ulteriori di riscontri per quella mattina e giorni successivi sui cellulari delle persone attenzionate nell'indagine, tra cui anche Piergiorgio Visintin, e Fulvio Covalero. Attraverso una tecnologia specifica sarà possibile individuare la precisa posizione dei loro telefonini.

A svolgere le indagini la Procura di Trieste con la Squadra mobile

A svolgere queste indagini sarà la Procura di Trieste con l’aiuto della Squadra mobile di Trieste, che già ha svolto le indagini fino a ora guidate da Alessandro Albini. Scrive il Procuratore de Nicolo, in un comunicato stampa a seguito della decisione del giudice per le indagini preliminari Dainotti: "Questo ufficio procederà con la stessa determinazione e attenzione profuse fin dall'inizio" e conclude augurandosi "che il provvedimento contribuisca a mantenere la vicenda entro gli stretti binari istituzionali dell'investigazione giudiziaria, senza le indebite incursioni troppe volte compiute in passato nell'effimero mondo dei social media e talk show".

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