Caso Liliana Resinovich, il giorno della morte potrebbe coincidere con quello della scomparsa
Il giorno della morte di Liliana Resinovich potrebbe coincidere con quello in cui la donna è scomparsa dalla sua casa, il 14 dicembre del 2021. Stando a quanto si apprende, le condizioni in cui è stato rinvenuto il cadavere, il 5 gennaio, sarebbero compatibili con un decesso avvenuto svariati giorni prima. Il corpo della triestina è stato trovato tra la vegetazione del parco dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni – non lontano dalla casa che divideva con il marito, Sebastiano Visintin – infilato in due sacchi neri a formarne uno. La testa era avvolta in due sacchetti di plastica trasparenti. Lo stato in cui è stato trovato il cadavere, viste anche le condizioni meteo del periodo invernale e una relativa protezione data dai sacchi neri, potrebbe essere compatibile con una morte avvenuta una ventina di giorni prima. Continuano nel frattempo le indagini condotte dalla Squadra mobile e coordinate dalla Procura, in attesa degli esiti degli esami tossicologici.
La tesi attualmente più accreditata tra gli inquirenti è che la donna si sia allontanata a piedi da sola per poi sparire nei giardini dell'ex ospedale psichiatrico, dove potrebbe essersi tolta la vita. Le telecamere di piazza Gioberti a Trieste hanno ripreso Liliana mentre si allontanava da un negozio di frutta e verdura per poi oltrepassare il terminal degli autobus e incamminarsi verso il boschetto che aveva già frequentato più volte con il marito Visintin. Chi non crede all'idea del suicidio è Claudio Sterpin, l'amico che Resinovich avrebbe dovuto vedere la mattina della scomparsa. "Non credo affatto all'idea del suicidio – ha detto la settimana scorsa l'uomo alla trasmissione Quarto Grado -. La mattina dell'incontro mi ha chiamato ed era serena. Avevamo anche già deciso tutto: giovedì avrebbe dovuto parlare col marito e sabato avremmo dovuto andare via insieme. Qualcuno glielo ha impedito".