Caso Ivan Ciullo, il dj trovato impiccato in Salento. “Simulazione col manichino esclude suicidio”

Paiono ormai non esserci più dubbi sul fatto che Ivan Ciullo sia stato ucciso. Il 34enne dj salentino fu trovato impiccato ad un albero di ulivo all'alba del 22 giugno 2015, nelle campagne di Acquarica del Capo, in provincia di Lecce.
Secondo le conclusioni di un consulente della famiglia, il nodo attorno al collo di Ciullo, "non risulta serrato e il cavo non è in tensione, quindi non avrebbe potuto esercitare alcuna forza e provocare il conseguente soffocamento" Dunque "l"ecchimosi a forma di x rinvenuta dietro al collo del dj non sarebbe dovuta né ad una fase iniziale nè ad una intermedia di restringimento del nodo del cavo attorno al collo, ma ad altra causa indotta".
L'esperto ha effettuato una simulazione di quanto sarebbe accaduto nel 2015, usando un manichino della stessa altezza e peso di Ivan. L'obiettivo della è ribadire che il dj salentino non è morto suicida, ma è stato ucciso, probabilmente strangolato, da qualcuno che poi avrebbe inscenato l'impiccagione.
La svolta era arrivata lo scorso luglio quando la procura ha modificato l'ipotesi di reato da istigazione al suicidio a omicidio; con l'iscrizione nel registro degli indagati di una altra persona – un musicista con cui la vittima collaborava. L'altro indagato è l'uomo di 63 anni con cui Ivan ebbe una tormentata relazione sentimentale.
Il caso era stato subito rubricato come suicidio: nell’auto del 34enne fu ritrovata una lettera di addio indirizzata ai genitori, che però non hanno mai creduto alla versione del suicidio e hanno portato avanti indagini private, grazie a consulenti criminologi, periti informatici, balistici e medici legali.
L’inchiesta è passata attraverso una serie lunghissima di vicissitudini, per ben due volte è stata richiesta l'archiviazione dell'indagine per suicidio. Fin quando il gip, con un provvedimento del 14 dicembre del 2021, ha disposto ulteriori indagini.