video suggerito
video suggerito

Caso Infrastrutture Lombarde, gli indagati dicevano: “Sono tutti abusi”

Il caso Infrastrutture Lombarde che ieri ha portato all’arresto di otto persone, compreso l’ex dg Antonio Rognoni e il capo dell’ufficio gare e appalti Pierpaolo Perez. La struttura che appalta i lavori della Regione Lombardia nel mirino della Procura per presunte irregolarità.
A cura di S. P.
5 CONDIVISIONI
Immagine

L'ex dg di Infrastrutture Lombarde Antonio Giulio Rognoni e il capo dell'ufficio gare e appalti della Infrastutture lombarde società per azioni Pierpaolo Perez sono stati arrestati ieri su ordine del gip Andrea Ghinetti con l'accusa di associazione per delinquere, turbativa d'asta, truffa alla Regione e falso. Ad Antonio Rognoni, dg dimissionario della società interamente partecipata dalla Regione Lombardia, vengono contestati 66 capi di imputazione che vanno dall'associazione per delinquere, alla turbativa d'asta, alla truffa all'Amministrazione regionale fino al falso. Al centro dell'indagine che ha portato agli arresti ci sono affidamenti esterni di incarichi come consulenze legali e controlli sugli appalti che sarebbero stati conferiti in modo illecito. All’indomani degli arresti emergono le parole che gli indagati si scambiavano al telefono: si parla dei “calcoletti”, dei ricchi incarichi affidati a professionisti legali esterni. Tra le varie intercettazioni riportate da Il Corriere c’è una datata 2 agosto 2012: è Rognoni che ammonisce Perez e l’avvocato Leo. “Non riuscite più ad ascoltare il mio parere come vincolante! Io pretendo che sia vincolante!”, così il primo ai due. E allora qualche avvocato come Leo si spaventa: “Allora tutte le forzature che lui ci impone di fare… peggio per lui! Qui facciamo le cose così, perché lui ce le dice e vuole la mia sigla?”.

L’indagine mette a nudo negli avvocati alcuni casi di “clamoroso e spudorato conflitto di interessi, ben noti ai pubblici ufficiali delle stazioni appaltanti”. Per i pm le manovre di Rognoni “finalizzate a pilotare gli affidamenti tecnici presso le direzioni dei lavori nelle opere di realizzazione della Piastra Expo” sarebbero state motivate dalle ambizioni politiche dell’allora presidente Formigoni. Quando la Mantovani vinse l’appalto ci fu chi giudicò eccessivo il ribasso e il gip evidenzia che dopo che lo stesso Formigoni si lamentò pubblicamente il sottosegretario Paolo Alli invitò Rognoni a evitare una brutta figura. Formigoni aveva infatti diffuso un comunicato stampa per manifestare la sua preoccupazione per l’eccessivo ribasso. Così Rognoni aveva attivato i suoi collaboratori affinché ottenessero garanzie ulteriori all’azienda. Iniziative che furono commentate così da uno degli indagati, l’avvocato Leo: “Sono tutte turbative, sono tutti abusi…”, “il problema è che vogliono ricattare Mantovani… se non mi fai le garanzie io non ti aggiudico”. Successivamente anche Perez ribadì che “siamo al delirio mistico”.

5 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views