Caso Ilva, il gip dice no al piano dell’azienda e vieta la produzione
Aggiornamento ore 16.15 – Sciopero domani e dopodomani. La protesta dei lavoratori dell’Ilva continuerà domani e dopodomani con uno sciopero indetto dalla Fim e la Uilm. In una nota si legge che Fim Cisl e Uilm prendono atto “del forte clima di tensione sviluppatosi nelle ultime ore tra i dipendenti dell’Ilva, che vedono a serio rischio la tutela del proprio posto di lavoro”. Intanto, i lavoratori che nelle ultime ore stanno protestando a 70 metri d’altezza, fanno sapere che proseguiranno con lo sciopero della fame e della sete. “Ci hanno detto dall’azienda che non è in fase di spegnimento alcun impianto, questa voce ricorrente di questa mattina non corrisponde a verità”, così il segretario provinciale della Fim Cisl di Taranto, Mimmo Panarelli, riguardo la notizia che ha provocato la nuova mobilitazione degli operai.
È arrivata la decisione del gip di Taranto Patrizia Todisco riguardo il caso dello stabilimento dell’Ilva. Il giudice ha bocciato il piano formulato dall’azienda di Taranto di interventi immediati per il risanamento degli impianti inquinanti. Decisione negativa anche riguardo il mantenimento di un minino di produzione chiesto dagli stessi vertici dell’Ilva. La decisione della Todisco è contenuta nel provvedimento di 15 pagine depositato dal giudice in cancelleria: “I beni in gioco, salute, vita e ambiente e anche il diritto a un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole per la salute di alcun essere umano, lavoratore compreso, non ammettono mercanteggiamento”, si legge nel documento dal parere negativo. Un provvedimento che arriva in seguito a una notte di proteste da parte dei lavoratori dell’Ilva che, estremamente preoccupati del loro futuro, hanno manifestato salendo sugli altiforni e ora annunciano di non fermarsi, continuando con lo sciopero della fame e della sete. In centinaia da stamane sono fuori l’ingresso della direzione dell’Ilva, anche tra i lavoratori ci sono pareri contrastanti: c’è chi a tutti i costi vuole difendere il suo posto di lavoro e chi si lamenta dei seri danni provocati alla salute e all’ambiente dallo stabilimento di Taranto. Una protesta che dunque continua all’Ilva di Taranto ma intanto i custodi giudiziari avrebbero già comunicato all’azienda l’intenzione di avviare lo spegnimento dell’altoforno 5, quello della protesta odierna, e delle batterie 5 e 6.