Caso Grillo, due degli indagati per stupro rinunciano al secondo interrogatorio
Rinunciano a un nuovo interrogatorio Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, amici di Ciro Grillo accusati con lui e Francesco Corsiglia di violenza sessuale ai danni di una studentessa milanese conosciuta al locale Billionaire durante una vacanza. Non è chiaro cosa sceglierà di fare il figlio di Beppe Grillo, che per ora ha agito sulla stessa linea degli amici indagati, mentre fuori da questa dinamica resta Corsiglia, che a differenza degli altri non ha chiesto di essere nuovamente ascoltato dalla procura. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i tre sotto accusa avevano chiesto dopo la seconda chiusura delle indagini di essere sentiti per chiarire nuovi punti emersi. Il procuratore però ha scelto di delegare tutto ai carabinieri di Genova. Per questo motivo vi è stata la rinuncia.
Tutti e quattro devono rispondere di violenza sessuale di gruppo nei confronti della giovane 20enne conosciuta in vacanza. La ragazza si trovava nel locale con un'amica quando, per abbattere i costi di prenotazione di un tavolo, si è trovata a condividere qualche ora con gli amici del figlio di Beppe Grillo. Alla fine della serata, i ragazzi hanno proposto alle due di andare tutti insieme presso l'abitazione del figlio minore del Garante del Movimento 5 Stelle. Qui si sarebbe consumata due volte una violenza: la prima da parte Francesco Corsiglia, che avrebbe abusato della studentessa 20enne mentre i coetanei erano in un'altra stanza, e la seconda per mano di Grillo, Capitta e Lauria.
L'inchiesta è stata aperta a fine luglio ed è ora vicina alle sue battute finali. Dopo la chiusura delle indagini, gli indagati avevano fatto richiesta di un nuovo interrogatorio così come reso possibile dalla legge. L'intenzione era quella di parlare alla presenza dei magistrati o della polizia giudiziaria di Tempio Pausania che conoscono bene il fascicolo e le sue sfumature. La delega ai carabinieri di Genova, però, ha fatto desistere per il momento due degli indagati. Secondo la difesa, gli interrogatori sarebbero stati simili a delle deposizioni e per questo motivo è stata maturata la decisione di rinunciare.