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Inchiesta Expo 2014, Greganti: “Io non c’entro niente”. Maltauro: “Senza tangenti non lavori”

Il costruttore e il politico intervistati per Repubblica dal carcere di Opera a Milano. Secondo i pm sono due protagonisti della cupola per il controllo degli appalti.
A cura di B. C.
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 “In Italia il sistema è marcio, se non paghi non lavori; questo è il risultato di vent'anni di Berlusconi. Ho tante cose da dire ai pm”, lo dice Enrico Maltauro, il costruttore veneto arrestato per il caso Expo. "Tangenti? Io non c'entro nulla. Ero solo interessato alle costruzioni in legno e volevo solo creare posti di lavoro per i giovani…Mi fossi accorto che qualcosa non andava lo avrei denunciato", dice invece Primo Greganti, parlamentare Pd, accusato di far parte della "cricca" degli appalti dell'Expo 2015 Milano, sospeso dal partito lo scorso con una sospensione definita "cautelare". In attesa di chiarire la sua posizione giudiziaria, si sarebbe raccontato, così come Maltauro, a Stefano Buffagni, un consigliere regionale del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che a sua volta ha raccontato tutto a Paolo Berizzi di Repubblica, in riferimento a quella presunta "cupola di appalti", patti segreti e tangenti, che ruotavano attorno all'Expo 2015.

L'inchiesta e le rivelazioni sugli appalti di Expo 2015

Buffagni ha visto i due detenuti, separatamente, dal carcere di Opera a Milano. Secondo i pm che lo hanno fatto arrestare, dalle tasche di Enrico Maltauro sarebbero usciti 600 mila euro in contanti o con falsi contratti di consulenza e collaborazione a partire da dicembre 2012: “È tutto vero, l’ho detto ai magistrati e ho molte altre cose da dire, se vorranno, come spero, riascoltarmi. Il sistema in Italia è marcio, io mi sono adeguato perché se non fai così non lavori”. Perché l'ha fatto? "L’ho fatto per l’azienda, per andare avanti e salvaguardare i posti di lavoro. Avevo cercato di vendere, sono andato a trattativa con una società straniera, ma non ce l’ho fatta. In questi anni, ho lavorato molto all’estero e quindi lo posso dire: fuori il sistema è diverso. Negli altri Paesi di persone pulite e per bene ce ne sono ancora. In Italia non hai scelta: o scendi a patti e paghi tangenti, oppure lo fa un altro al posto tuo. Il primo che arriva vince. E lavora”.

“Questo sistema è marcito con vent’anni di Berlusconi… – avrebbe detto Maltauro, secondo Repubblica –  Tra il ’92 e il ‘94 molte cose si potevano cambiare. Invece nel ’94 con Berlusconi questo sistema è tornato in auge. Berlusconi ha gestito il Paese pensando solo in un ottica locale e provinciale, pensando solo ai suoi interessi”.

Parola a Greganti che 22 anni dopo Tangentopoli si ritrova di nuovo nei guai . “Qui dentro soffro, certo. Anche se mi stanno curando benissimo. Soffro a non poter utilizzare il mio computer, lì ci sono tutti i progetti che ho sviluppato in questi anni”. Ma con le accuse che lo hanno portato in galera, Con le accuse che lo hanno portato in carcere, Greganti dice che “non c’entro niente, hanno messo in mezzo in mezzo il mio nome. Ho fiducia nella giustizia come l’avevo ventidue anni fa. Se va a leggersi le carte di allora, vede che non avevo responsabilità”. Qual è il problema? “La malapolitica, questa sì che c’entra”, dice Greganti. Lui che è stato sempre in politica. “Ma io non conto niente. Anzi, le dico che se mi fossi accorto che intorno a Expo c’erano questi magheggi li avrei denunciati”.

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