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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Caso Cucchi, la stretta di mano in aula tra Ilaria e il superteste Tedesco: “Mi dispiace”

Francesco Tedesco, il carabiniere super testimone nel processo Cucchi Bis, ha continuato la sua deposizione davanti alla Corte d’Assise e al termine dell’interrogatorio si è diretto verso Ilaria Cucchi per stringerle la mano e dirle: “Mi dispiace”. Ha spiegato: “Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo si sono nascosti per dieci anni dietro le mie spalle. Io ero l’unico minacciato”.
A cura di Ida Artiaco
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Una stretta di mano che significa molto, quella scambiata tra Ilaria Cucchi e Francesco Tedesco, il carabiniere super testimone del processo Cucchi Bis per la morte di Stefano. Oggi, martedì 16 aprile, dopo l'interrogatorio davanti alla corte d'Assise di Roma e dopo essersi sottoposto all'esame testi, il militare, imputato con l'accusa di omicidio preterintenzionale, si è alzato dirigendosi verso la sorella del detenuto morto nel 2009, e stringendole la mano le ha detto: "Mi dispiace".

"I miei colleghi si sono nascosti per 10 anni dietro di me"

Tedesco nel corso dell'interrogatorio in aula è tornato ad accusare i suoi colleghi Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo, che pure risultano imputati nel processo. "Si sono nascosti per dieci anni dietro le mie spalle. A differenza mia, non hanno mai dovuto affrontare un pm. L'unico ad affrontare la situazione e ad avere delle conseguenze ero io. In tutti questi anni l'unica persona che aveva da perdere ero io, ero l'unico minacciato", ha sottolineato il militare rispondendo alle domande della difesa. "Cominciai a maturare la convinzione di dover parlare il 30 luglio 2015 quando fui convocato dal pm", ha continuato nella sua deposizione, ricostruendo anche le fasi di quella sera dell'ottobre del 2009. Lui che è stato presente all'arresto di Stefano e che ha detto di aver visto personalmente lo scambio droga-denaro di Cucchi con il suo cliente, indicando tutti i componenti del gruppo che realizzarono le varie perquisizioni del giovane quella notte.

"Stefano non ha avuto il tempo di lamentarsi"

Il carabiniere ha poi aggiunto che "dopo il primo schiaffo, Stefano non ha avuto il tempo di lamentarsi, non ha gridato. È caduto in terra stordito e non ha urlato neppure dopo il calcio che gli è stato sferrato a terra. Poi, quando l'ho aiutato a rialzarsi, gli ho chiesto come stava e lui mi ha detto di stare tranquillo perché era un pugile. Ma si vedeva che non stava bene". Ha, infine, sottolineato di sentirsi minacciato dai suoi colleghi, così come aveva anticipato il suo legale Eugenio Pini ai microfoni di Fanpage.it, per questo ha aspettato 9 anni prima di raccontare la verità sulla morte del geometra romano. Si ricorda che Tedesco è anche accusato anche di falso e calunnia insieme con il maresciallo Roberto Mandolini, mentre della sola calunnia risponde il militare Vincenzo Nicolardi.

Ilaria e la frase "Io muoio ma a te ti levano la divisa"

Tra i passaggi più significativi della deposizione davanti alla Corte d'Assise di Tedesco c'è una domanda posta al teste da parte di Lampitella, avvocato difensore di D'Alessandro. "Vorrei ringraziare Lampitella, che ci ha fornito un ulteriore e rilevante elemento – ha scritto Ilaria Cucchi su Facebok -. Stefano in auto con i carabinieri al rientro dalla stazione Casilina avrebbe detto ‘io muoio ma a te ti levano la divisa'. Stefano era stato appena picchiato e stava proprio male". Il legale ha chiesto in particolare se il militare dell'Arma ricordasse quella frase che avrebbe detto Cucchi in auto dopo essere stato picchiato ma Tedesco ha risposto di no.

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