Caso Cucchi, la prescrizione sempre più vicina: periti chiedono altri 90 giorni
Nonostante sette anni di indagini, una serie infinita di perizie e tre processi, purtroppo la verità sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto il 22 ottobre 2009 una settimana dopo il suo arresto per droga, potrebbe rimanere avvolta nel mistero. I periti incaricati dal gip di Roma di accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni patite dal ragazzo infatti ancora non sono arrivati ad una conclusione certa la data della prescrizione del reato si sta avvicinando pericolosamente. La perizia è importantissima perché dopo l'assoluzione definitiva dei tre agenti della polizia penitenziaria, la Procura romana sta ora indagando sui carabinieri che arrestarono Cucchi rinchiudendolo in cella di sicurezza.
L’inchiesta è quella che vede indagati cinque carabinieri, tre per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità, e due per falsa testimonianza. I periti d'ufficio, che devono stabilire l'esistenza o meno di un nesso di causa-effetto tra il decesso di Cucchi e le lesioni che gli vennero inflitte durante il presunto pestaggio la notte del suo arresto, avevano chiesto una proroga di 90 giorni per completare il loro incarico, ma il giudice, pur autorizzando il differimento per il deposito della relazione finale, però ha concesso soltanto un mese in più.
La decisione arriva a pochi giorni dalla data inizialmente fissata dal gip ElviraTamburelli per l’incidente probatorio, in cui il collegio peritale guidato dal prof. Francesco Introna dovrà illustrare i risultati dell'accertamento. Il nuovo rinvio è solo l'ultimo capitolo di un'intricata vicenda che vede ancora in giudizio in appello bis cinque medici indagati per omicidio colposo. Del resto attorno al collegio dei periti si era già scatenata una accesa polemica, in particolare proprio contro Introna, accusato dalla famiglia di Cucchi di incompatibilità e non imparzialità .