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Processo Ciro Grillo

Caso Ciro Grillo, l’udienza di mezz’ora e poi il rinvio a giudizio: spuntano 11 intercettazioni inedite

Spuntano 11 nuove intercettazioni inedite sul caso di Ciro Grillo, il figlio minore del Garante del Movimento 5 Stelle accusato insieme ad altri tre amici di violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane studentessa italo-norvegese incontrata nel mese di luglio 2019 in vacanza a Porto Cervo.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ciro Grillo
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Arriverà il 26 novembre la decisione sul rinvio a giudizio di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria accusati dalla Procura di Tempio Pausania di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo-norvegese incontrata durante una vacanza a Porto Cervo. Il figlio del Garante del Movimento 5 Stelle e i suoi amici sono stati rinviati a giudizio durante un'udienza tecnica durata poco più di mezz'ora. La gup Caterina Interlandi, infatti, ha chiesto più tempo per permettere al perito di trascrivere 11 intercettazioni considerate decisive dalle parti. Su tante conversazioni si baserà il confronto processuale. I quattro giovani, secondo l'accusa, avrebbero avvicinato la ragazza e la sua amica all'interno del locale Billionaire chiedendo alle due di dividere con loro il tavolo della discoteca. Al momento dei saluti, sempre il gruppo di giovani 21enni ha proposto alle due ragazze di dividere anche il taxi per tornare a casa. Inoltre si sono proposti di ospitare le due nell'abitazione di Ciro Grillo per continuare ancora un po' la serata prima di andare a dormire.

Le due giovani hanno accettato trovandosi poco dopo nell'abitazione del figlio minore di Beppe Grillo. Qui la studentessa italo-norvegese è stata prima costretta ad avere un rapporto sessuale con Corsiglia per poi essere abusata anche dal resto del gruppo. A Grillo, Capitta e Lauria è stato inoltre contestato anche un secondo abuso ai danni dell'amica della giovane studentessa: i tre avrebbero infatti scattato alcune foto oscene accanto al corpo della seconda ragazza che in quel momento dormiva. Gli avvocati difensori degli imputati hanno confermato di voler chiedere il rito ordinario, rinunciando quindi agli sconti di pena previsti dai riti alternativi.

Nel corso delle indagini, i quattro sono stati interrogati due volte. Per capire cosa sia accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 è stato inoltre analizzato anche il contenuto dei cellulari dei quattro. Sotto controllo, inoltre, anche le loro conversazioni telefoniche per poter raccogliere ulteriori elementi sui quali basare il procedimento. A giugno era arrivata la richiesta di rinvio a giudizio con agli atti il racconto della giovane, le foto e i filmati che rafforzerebbero l'accusa.

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