Caso Ciro Grillo, l’istruttore di surf: “La ragazza mi disse che le era successo qualcosa di brutto”
"Durante i tempi morti della lezione ha iniziato a raccontarmi, in maniera confusionaria, che le era successa una cosa brutta e che non sapeva come comportarsi", così l'insegnante di kitesurf di Silvia, la ragazza che ha denunciato per stupro quattro ragazzi, tra i quali Ciro Grillo. L'uomo, ascoltato dagli inquirenti che stanno indagando coordinati dalla procura di Tempo Pausania sulla violenza sessuale che sarebbe avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nell'appartamento di Porto Cervo in Sardegna di proprietà del leader del M5S Beppe Grillo, ha raccontato di una conversazione avuta con la vittima il giorno dopo lo stupro.
L'istruttore di surf: Ho percepito che aveva bisogno di parlare
La ragazza ha raggiunto l'insegnante di surf per una lezione già concordata ma già dai primi attimi successivi all'incontro tra i due l'uomo, 45 anni, ha raccontato di aver capito che qualcosa non andava: "Io mi sono preoccupato e le ho chiesto cosa fosse accaduto. Lei ha replicato ‘Eh, è che è successo di nuovo' – si legge nel verbale – a seguito di questa frase ho subito immaginato che si stese riferendo alla confidenza che mi aveva fatto l'anno prima, ossia che era stata abusata dal suo migliore amico". A quel punto l'istruttore riferisce di un precedente episodio che aveva visto la giovane vittima di un abuso da parte di un amico: "Durante una lezione mi aveva confidato – dice l'istruttore – che il suo migliore amico d'infanzia, senza rivelarmi il nome, l'aveva costretta a un rapporto sessuale anche se lei non era d'accordo e mi chiedeva come si doveva comportare. Ricordo che la esortai a fare due cose: denunciare l'accaduto e renderlo pubblico oppure parlare con il suo amico per costringerlo a farsi aiutare da qualcuno competente o che lo avrebbe denunciato".
Una conversazione, quella tra i due, che è andata avanti anche la sera quando Silvia gli scrive in chat, forse alla ricerca di un consiglio o soltanto spinta dalla necessità di raccontare quanto le era accaduto la sera prima: "Ho fatto una cazzata – le parole che la ragazza scrive all'istruttore – poi te la racconterò, cioè parliamo un attimo. Mi serve una dritta diciamo". Proprio lezione di kitsurf alla quale ha partecipato la ragazza il giorno dopo il presunto stupro è stato utilizzato nel video diffuso da Beppe Grillo come elemento per sostenere la non veridicità delle parole della ragazza: "Una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kite-surf e denuncia dopo 8 giorni, è strano", le accuse di Grillo poi aspramente criticato per aver puntato il dito proprio contro la vittima del presunto stupro.