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Processo Ciro Grillo

Caso Ciro Grillo, gli imputati andranno a processo: rinviati a giudizio per violenza di gruppo

Rinviati a giudizio Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa conosciuta in vacanza in Costa Smeralda.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ciro Grillo
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Sono stati rinviati a giudizio Ciro Grillo e i suoi tre amici accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese incontrata durante una vacanza in Costa Smeralda. L'udienza si è svolta presso il Tribunale di Tempio Pausania e il gup Caterina Interlandi ha deciso di mandare a processo Grillo, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. Il figlio di Beppe Grillo e i suoi amici non erano presenti in aula: a fare le loro veci i legali difensori. La giovane, 19enne all'epoca dei fatti, avrebbe subito violenza nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019. Secondo l'accusa, Grillo avrebbe avvicinato la ragazza insieme alla comitiva di amici. Capitta, Lauria, Corsiglia e il figlio minore del Garante del Movimento 5 Stelle hanno offerto alla 19enne e alla sua amica di dividere con loro il tavolo della nota discoteca Billionaire.

Al termine della serata Grillo ha proposto alle due giovani di unirsi alla sua comitiva nell'abitazione di famiglia per passare insieme ancora qualche ora. Qui, secondo la studentessa, sarebbe avvenuta la violenza sessuale. La 19enne ha raccontato infatti di essere stata costretta a bere della vodka e poi stuprata mentre l'amica dormiva su un divano. Nell'ambito del procedimento per violenza è nato un secondo filone dell'inchiesta per revenge porn: il gruppo, infatti, avrebbe scattato alcune foto oscene con protagonista la giovane addormentata sul divano. La ragazza, probabilmente in uno stato di incoscienza dovuto all'alcol, non si sarebbe accorta di nulla. Le immagini sono state poi condivise su alcuni gruppi Whatsapp.

La perizia ipotizza l'uso di droga dello stupro

Nella passata udienza, il procuratore Capasso aveva chiesto la trascrizione di alcune nuove intercettazioni ambientali e telefoniche. Ben undici intercettazioni sul caso della violenza sessuale: agli atti sono state inserite anche le trascrizioni di alcune chat Whatsapp che sarebbero inerenti ai fatti del luglio del 2019. Non solo il contenuto di telefonate e messaggi, ma anche una nuova perizia del medico legale di parte richiesta dall'avvocato della vittima degli abusi. La consulenza, firmata dal professor Enrico Marinelli della Sapienza, è stata depositata davanti al Gup che ha dovuto decidere sul rinvio a giudizio degli imputati. Secondo il documento, l'allora 19enne potrebbe essere stata costretta ad assumere anche la cosiddetta "droga dello stupro". La ragazza aveva infatti dichiarato di ricordare soltanto i primi attimi dell'aggressione. Successivamente sarebbe stata vittima di un blackout cognitivo. Il fenomeno viene spesso ricollegato all'effetto causato da questo tipo di stupefacenti. L'accusa è stata respinta con forza dalla difesa dei quattro: l'avvocato di Vittorio Lauria ha definito il rapporto "privo di fondamento".

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