Caso Chiara Gualzetti, gli avvocati della famiglia: “Disumana ferocia, si fidava del suo assassino”
"Sicuramente Chiara si fidava di lui. È praticamente un amico di famiglia. Un ragazzo che ha fissato un appuntamento, come mi raccontava il padre ieri sera, è andata a prenderla a casa. Quale migliore condizione di serenità per un genitore sapere che la figlia va a fare un giro accompagnata da un amico. Se questa è la premessa nessun genitore potrebbe mai immaginare un epilogo di questo tipo. È disumano immaginare una cosa del genere. Non è un comportamento umano". Commenta così l'omicidio di Chiara Gualzetti, la 15enne scomparsa e trovata cadavere lunedì a Monteveglio di Valsamoggia, l'avvocato della famiglia, Giovanni Annunziata. "Non si tratta di un colpo di pistola, di una azione che ha una durata diversa da un atto singolo, e la cosa più significativa è anche la condotta successiva, aver cancellato i messaggi, aver cercato di normalizzare una vicenda che va qualificata come un atto di disumana ferocia. La cosa necessaria è fare giustizia rispetto ad una bambina di 15 anni che per ragioni incomprensibili non ha avuto il diritto di vivere", ha concluso il legale poco prima dell'udienza di convalida del fermo del 16enne.
Presente presso il centro di giustizia minorile del Pratello anche la mamma del baby killer. "Sono ancora in una bolla e non so neanche come sta mio figlio", sono le uniche parole che è riuscita a dire visibilmente sconvolta per quanto successo. Intanto, a Valsamoggia oggi è lutto cittadino e stasera ci sarà una fiaccolata in ricordo della ragazza uccisa a coltellate dal coetaneo. Oggi sarà anche affidata a un medico legale l'autopsia sul corpo di Chiara, picchiata, presa a calci e accoltellata dal giovane che l'aveva ingannata con un appuntamento domenica mattina. "Me l'ha detto una voce superiore", ha spiegato agli inquirenti nel corso della sua confessione, in cui ha parlato anche dell'Angelo della morte e della serie tv Lucifer. Ma quasi nessuno crede a questo movente. "Saranno gli esperti a stabilire la sua capacità di intendere e volere, tuttavia, empiricamente posso dire che la premeditazione, l'organizzazione, la volontà e la capacità di cancellare le tracce per un delitto così efferato è poco compatibile con il profilo di un folle", ha detto ancora l'avvocato della famiglia Gualzetti, il quale ha aggiunto: "Non ritengo che sia superflua una perizia psichiatrica. Perché se questa può essere un'alternativa difensiva è meglio affrontare subito il tema e sbrogliare il campo da dubbi. Non credo che sia controproducente anzi può darsi che con una perizia psichiatrica si evitino vie di fuga difensive che possono spostare l'asse dell'attenzione investigativa su aspetti che ritengo siano assolutamente irrilevanti. La rilevanza di questa vicenda è legata alla ferocia e all'efferatezza".