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Caso Battisti, nuovo colpo di scena: estradizione bloccata fino al parere dell’Alta Corte

Un giudice del Tribunale Supremo federale ha bloccato una eventuale estradizione di Cesare Battisti in Italia prima della decisione definitiva dell’Alta Corte brasiliana, prevista per il 24 ottobre. La decisione è arrivata poco dopo che il ministro della Giustizia aveva detto che Battisti “ha rotto il patto di fiducia” con il Brasile.
A cura di Susanna Picone
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Ennesimo colpo di scena nella vicenda di Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Pac in Brasile dal 2010 grazie all’asilo politico concesso dall’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Luis Fux, membro del Supremo Tribunale Federale, gli ha concesso una misura cautelare che blocca di fatto ogni possibilità di estradarlo fino al 24 ottobre, ovvero fino a quando la Suprema Corte brasiliana si riunirà per decidere sull'habeas corpus richiesto dagli avvocati dell'ex terrorista italiano. Una decisione – quella del giudice – che arriva nel giorno in cui il ministro della Giustizia brasiliano Torquato Jardim aveva accusato Battisti di aver “rotto il rapporto di fiducia” con il Brasile. In un'intervista a Bbc Brasil, Jardim aveva detto che Battisti “ha cercato di uscire dal Brasile senza una ragione precisa, dicendo che stava andando a comprare materiale da pesca. Ma ha rotto il rapporto di fiducia perché ha commesso un illecito e lasciava il Paese con denaro oltre il limite consentito, senza motivo apparente”. Il ministro italiano Andrea Orlando aveva espresso “apprezzamento” per le dichiarazioni del suo omologo brasiliano, ritenendolo “un mutamento di prospettiva” reso possibile dalla “riapertura dei canali della cooperazione Italia-Brasile in materia di giustizia”.

Le parole di Cesare Battisti: "Italia paese arrogante"

Dalla sua casa di Cananeia, intanto, Cesare Battisti è tornato a provocare l'Italia – che ha definito “un Paese arrogante” – e ha rifiutato di inviare un messaggio di solidarietà alle famiglie delle vittime che la giustizia italiana gli imputa in quanto, a suo dire, “tutte le morti sono deplorevoli ma non c'è motivo che io chieda scusa per qualcosa che hanno commesso altri”. Inoltre si è rivolto al capo di Stato brasiliano chiedendo “un grande atto di giustizia e umanità”. “Vorrei che il presidente Temer prendesse coscienza profonda della situazione – è l'appello dell'ex terrorista – anche perché ha tutti gli strumenti giuridici e politici per fare un atto di umanità e lasciarmi qui”.

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