"Non vi è alcun dubbio che la decisione del Presidente Lula di non concedere l'estradizione in Italia a Cesare Battisti sia corretta". A parlare è il nuovo Ministro della Giustizia brasiliano, Josè Cardozo, che interviene sulla spinosa questione, sottolineando come la decisione del Governo Brasiliano sia una decisione sovrana, presa "in stretta consonanza con il diritto e con quanto manifestato dal Supremo Tribunal Federal" e perciò "non contestabile dal punto di vista della sua validità giuridica".
Una dichiarazione che butta dunque benzina sul fuoco della polemica politica e che spegne sul nascere ogni possibile ipotesi di "ripensamento nel merito della questione" da parte del neonato Governo Rousseff. Già, perchè proprio ieri, è avvenuto l'insediamento del nuovo Presidente Dilma Rousseff, vincitrice delle elezioni del mese di ottobre, con una cerimonia che ha visto il commosso saluto del Presidente Lula (nonchè la presenza dell'Ambasciatore italiano, contrariamente a quanto si poteva ipotizzare), certamente uno degli artefici della ripresa economica, ma soprattutto politica e culturale, del Brasile nell'ultimo decennio.
Dunque, resta confermato il no all'estradizione per l'ex terrorista (ora affermato scrittore di noir ed intellettuale apprezzato anche in Sudamerica), condannato in Italia a due ergastoli come esecutore materiale di 3 omicidi ed ispiratore di un quarto (un agguato nel quale rimase ucciso l'orefice Torregiani, il quale nello scontro a fuoco ferì gravemente il figlio Alberto, da allora paralizzato). Una decisione che non trova ovviamente consensi nelle fila del Governo italiano, con dichiarazioni durissime da parte di autorevoli esponenti di ogni parte politica. Se, come riporta il Corriere la Boniver, Presidente del Comitato Schengen, definisce "il no di Lula una carognata e l'Italia continuerà ad adire in ogni sede legale internazionale affinché Battisti possa scontare la sua pena", Italo Bocchino di Futuro e Libertà suggerisce al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di "recarsi a Brasilia e comunicare al Presidente Rousseff l'interruzione di tutti i rapporti commerciali", mentre lo stesso Veltroni esce dalla polemica con il giornale "Libero" (con una querela tra l'altro, ndr), sottolineando la gravità del gesto di Lula come uno "schiaffo all'Italia ed una ennesima brutta figura internazionale del nostro governo". Nelle prossime ore inoltre, si attendono le mosse ufficiali del Governo Italiano, mentre resta confermato per domani un sit in di protesta nei pressi dell'Ambasciata brasiliana a Roma.