Caso Alice Neri, il 16 novembre l’udienza preliminare. L’unico indagato resta Mohamed Gaaloul
Si terrà il 16 novembre in tribunale a Modena l'udienza preliminare a carico di Mohamed Gaalou, il 30enne tunisino accusato dell'omicidio di Alice Neri, la donna di 32 anni trovata carbonizzata all'interno della sua auto a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, un anno fa (era il 17 novembre). Gaaloul è in carcere dallo scorso 8 dicembre dopo essere stato rintracciato in Francia. È l'unico indagato per il delitto che, stando ai più recenti accertamenti, sarebbe avvenuto a seguito di un tentativo di violenza sessuale subito dalla vittima. Parti offese, la madre, il fratello ed il marito di Alice Neri.
Stando a quanto emerso nel corso delle indagini l'incontro fra Alice Neri e Gaaloul sarebbe avvenuto alle ore 3.40 di notte, dopo la lunga serata che la ragazza aveva trascorso al bar con un amico. I due, a bordo della Ford Fiesta bianca della vittima, si sarebbero quindi recati nei pressi di un argine nelle campagne di Concordia, sostando lì dalle ore 4.04 alle ore 5.12, per poi spostarsi nella zona di Fossa dove è stato commesso il delitto, consumato "attingendo la vittima con colpi d’arma bianca, per poi distruggerne il cadavere, occultandolo all’interno del vano bagagli della predetta autovettura e dandovi fuoco, a tal punto da giungere a pressoché completa carbonizzazione dei resti", ha scritto la Procura nell'Avviso di Conclusione delle Indagini Preliminari.
Secondo gli inquirenti l'omicidio sarebbe avvenuto a seguito di un tentativo di stupro avvenuto fuori dall'auto, durante il quale il tunisino avrebbe strappato il reggiseno alla 32enne, tesi supportata dal ritrovamento di una spallina del capo di biancheria sul terreno poco distante dai resti dell'auto carbonizzata. Quello della presunta violenza sessuale è un elemento decisamente contestato dalla difesa del 29enne. L'avvocato Roberto Ghini, legale di Gaaloul, ha commentato: "La cosa che lascia perplessi – al di là delle considerazioni che farò su come sono state condotte queste indagini – è la contestazione dell'aggravante di aver commesso l'omicidio nel tentativo di violenza carnale. È un'aggravante che non trova fondamento su nessun elemento concreto, è una mera supposizione, una mera invenzione della Procura della Repubblica. L'unico elemento che utilizzano è il rinvenimento della spallina di reggiseno a dieci metri dall'autovettura: ricordo a tutti che su quella spallina c'era il DNA della signora Alice Neri, il DNA di due carabinieri che hanno svolto le indagini e forse frammenti di DNA non riferibili al mio assistito. Non c'era appunto il DNA del mio assistito, e comunque tutti gli elementi escludono che vi sia stato un tentativo di violenza carnale".