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L'omicidio di Alice Neri

Caso Alice Neri, ammesso come prova nuovo reperto: un fazzoletto semi carbonizzato con Dna maschile

Un fazzoletto di carta, di recente trovato in un’intercapedine tra lo pneumatico parzialmente combusto e il parafango dell’auto di Alice, è stato ammesso come nuovo elemento da analizzare. Conterrebbe Dna maschile.
A cura di Davide Falcioni
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Proseguono le indagini sulla morte di Alice Neri, la 32enne di Ravarino il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato nelle campagne di Concordia lo scorso 18 novembre. Oggi, in occasione dell'incidente probatorio, erano presenti nel Tribunale di Modena avvocati e consulenti delle parti, che hanno chiesto e ottenuto l'ammissione di nuovi reperti emersi durante i più recenti sopralluoghi.

L'avvocato Antonio Ingroia, che assiste Nicholas Negrini – marito di Alice indagato come atto dovuto sin dall'inizio della vicenda – ha chiesto che venissero valutati nuovi elementi. Oltre ai due mozziconi di sigaretta di cui già si era parlato nel corso della precedente udienza, è stato ammesso oggi un nuovo reperto, ovvero un fazzoletto di carta, di recente trovato in un'intercapedine tra lo pneumatico parzialmente combusto e il parafango dell'auto di Alice.

Su questo fazzoletto, che non è stato ancora esaminato integralmente, la difesa di Negrini avrebbe rinvenuto dna maschile in seguito ad una piccola campionatura. Per Katia Sartori, criminologa e consulente della difesa dell'uomo, si tratterebbe di "un reperto di estremo interesse investigativo". Il marito di Alice Neri stamattina ha chiesto e ottenuto  che vengano analizzati gli anelli che indossava la moglie al momento della morte e le maniglie della macchina, oltre che l'esame tricologico dei capelli della vittima per verificare l'eventuale presenza di tracce di sostanze stupefacenti.

Anche secondo Roberto Ghini – legale di Mohamed Gaaloul, che ora si trova in carcere come principale indiziato dell'omicidio – il fazzoletto potrebbe essere un reperto importante: "Visto che di dna in quella scena pare che ce ne sia, e non necessariamente riferibile al mio assistito, potrebbe essere interessante scoprire di chi è quel Dna". "Per come stanno andando gli incidenti probatori noi siamo abbastanza soddisfatti" ha affermato Ghini "sono emerse novità che non posso rivelare in questa sede perché emergeranno formalmente nella prossima udienza".

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